La Stampa 17.11.18
Il mondo di Groucho
di Mattia Feltri
Ieri
di colpo sono successe due cose molto di sinistra. La prima è che il
ministro Danilo Toninelli ha festeggiato l’approvazione del suo decreto
col pugno destro alzato, saluto dei movimenti operai e antifascisti. La
seconda è che Leu (Liberi e uguali) si è scisso. Anche dando per buoni
gli intenti neoproletari di Toninelli, come cosa di sinistra vince la
scissione di Leu, non c’è partita. E non soltanto perché Leu è durato un
anno (novembre ’17-novembre ’18) ma soprattutto per la magia:
costituito da tre partiti di sinistra (Mdp, Possibile, Sinistra
italiana) si è scisso in cinque. Abracadabra, oltre ai tre costituenti
ecco Futura (Laura Boldrini) e Patria e Costituzione (Stefano Fassina).
Col Pd, il Psi di Nencini e Potere al popolo, da quella parte sono in
otto.
Se siete elettori d’area e nessuno di questi vi convince,
nessuna paura: lo straordinario modo con cui ci si riproduce a sinistra,
tipo gemmazione o mitosi, offre un’enorme biodiversità progressista
fatta di organismi unicellulari o pluricellulari come Rifondazione
comunista, Partito comunista, Partito comunista dei lavoratori, Senso
comune, Risorgimento socialista, Carc, DemA, Azione civile, L’altra
Europa con Tsipras, MeRa25, Alternativa comunista, Sinistra classe
rivoluzione, Sinistra anticapitalista, Rete dei comunisti, Lotta
comunista, Partito marxista leninista. Siamo a ventiquattro, numero più o
meno certificato alle 19,45 di ieri sera, e viene in mente quel tizio
che si chiedeva che mondo avremmo avuto se ci fosse stato Groucho Marx
al posto di Karl. Beh, un mondo con Toninelli a pugno chiuso.