Il Fatto 17.11.18
Lele Mora, più che “l’Unità” i “Quaderni del carcere”
di Nanni Delbecchi
Sempre
più difficile distinguere le battute di spirito dalle cose serie; di
solito l’ironia è quella che non viene compresa, quando invece una cosa
passa per una battuta è stata detta con la mano sul cuore. Più una
notizia pare autentica, più potrebbe rivelarsi un fake e viceversa, ma
la certezza non c’è mai. Lele Mora si dichiara pronto a riportare in
vita l’Unità e a dirigerla: ha tutta l’aria di un fake, invece è
accaduto davvero. Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci deve avere
qualcosa di irresistibile (a prenderlo ci avevano già provato Daniela
Santanchè e Paola Ferrari) ma, insomma, Mora scherzava o faceva sul
serio? Per venirne a capo l’unica è un rigoroso fact checking; dunque
proviamoci.
Lele Mora ha mai fatto il giornalista? No. Ha mai
fatto il parrucchiere per signora? Sì. Ha mai fatto l’agente dei Vip?
Sì. La stampa italiana vive in adorazione dei Vip? Sì. Lele Mora era ed è
egli stesso un Vip? Sì. I Vip trattano i giornali come fossero i loro
parrucchieri? Sì. Mora è mai stato di sinistra? No. È mai stato
fascista? Sempre. Aveva come suoneria del telefonino Faccetta nera? Sì. È
stato condannato per bancarotta fraudolenta? Sì. Ha mai fatto sesso con
Fabrizio Corona, secondo Fabrizio Corona? No (questo in apparenza non
c’entra, ma Fabrizio è pur sempre il figlio di Vittorio, grande
giornalista). Non ci sono dubbi: Lele Mora diceva il vero, e questo
potrebbe essere solo il primo passo del suo percorso neogramsciano. Ora
aspettiamo i Quaderni del carcere.