La Stampa 14.11.18
Caso Desirée
Riesame annulla accusa di omicidio per due arrestati
di Edoardo Izzo
Colpo
di scena nell’inchiesta sulla morte di Desirée Mariottini, avvenuta
nella notte tra il 18 e il 19 ottobre scorso nel quartiere romano di San
Lorenzo. Il tribunale del Riesame della Capitale ha «smontato»
l’impianto accusatorio della procura, e a cadere sono le due ipotesi di
reato più gravi: omicidio e stupro di gruppo. La decisione ha riguardato
le posizioni di Chima Alinno di 47 anni e Brian Minthe di 43, due dei
cinque arrestati nell’indagine sul decesso della ragazzina di 16 anni.
Per i due oltre all’accusa di omicidio è caduta anche quella di violenza
sessuale di gruppo in favore del più lieve reato di «abuso sessuale
aggravato dalla minore età della vittima». Tuttavia, nonostante la
diversa ricostruzione offerta dai giudici del Riesame rispetto a quella
dei pm, i due indagati resteranno in carcere.
Oggi la decisione sul terzo uomo
Eppure
la decisione di ieri, per la quale il procuratore aggiunto Maria
Monteleone e il pm Stefano Pizza faranno ricorso in Corte di Cassazione,
potrebbe avere importanti ripercussioni. Oggi, infatti, il Riesame
dovrà esprimersi in merito alla posizione di Mamadou Gara, 27 anni,
ovvero il terzo cittadino africano coinvolto nell’indagine sulla
tragedia di via dei Lucani, e la decisione appare scontata. Nonostante
la bocciatura da parte dei giudici secondo cui i pusher non avrebbero
avuto intenzione di provocare la morte di Desirée, la procura non ha
cambiato idea. I quattro restano comunque indagati per omicidio
volontario e violenza sessuale di gruppo sia per quanto accertato negli
interrogatori dei diversi testimoni presenti ai fatti, i quali hanno
puntato il dito contro il gruppo di spacciatori, sia per le loro
conversazioni captate in questura proprio nei momenti antecedenti alle
audizioni. Del resto la tesi dell’accusa era stata pienamente
riconosciuta dal gip Maria Paola Tomaselli che, confermando la misura
cautelare del carcere, aveva rincarato la dose affermando che i quattro
avevano agito con «crudeltà, disinvoltura e senza alcuna remora». Nella
giornata di oggi sarà inoltre interrogato il quinto arrestato, Marco
Mancini, pusher di 36 anni, ritenuto l’uomo che avrebbe dato a Desirée
il devastante e letale mix di farmaci che, abbinato alla droga già
assunta, ne avrebbe causato la morte.