La Stampa 12.11.18
Caso Desirée, arrestato pusher italiano di San Lorenzo
di Grazia Longo
Il
caso non è ancora chiuso. L’arresto del pusher italiano che avrebbe
fornito il mix mortale di eroina, cocaina e psicofarmaci a Desirée
Mariottini e al branco di extracomunitari che l’ha drogata, violentata e
uccisa, apre a nuovi scenari. La Squadra mobile e la procura di Roma
stanno infatti proseguendo le indagini per capire se quel cocktail
letale fu «prenotato» ad hoc dai quattro africani proprio per
approfittare della sedicenne. Marco Mancini, romano, 36 anni,
spacciatore noto anche tra i minorenni che frequentano la «casa del
crack», com’è noto il fabbricato abbandonato in via Lucani nel quartiere
di San Lorenzo, non ha avuto contatti con il branco e la ragazzina il
giorno della sua morte, ma prima del 18 ottobre. Gli assassini di
Desirée lo avevano cercato apposta perché volevano ottenere le sostanze
per stordire fino all’annientamento la ragazzina di Cisterna di Latina? E
ancora: gli psicofarmaci che Marco si era procurato sono stati davvero
rubati alla madre, come hanno riferito alcuni testimoni che riportavano
quanto dichiarato dal trentaseienne, o sono invece il frutto delle
ricette facili di un medico compiacente?
L’arresto al Pigneto
Il
lavoro degli investigatori agli ordini del capo della Mobile Luigi
Silipo, coordinati dal pm Stefano Pizza e l’aggiunto Maria Monteleone,
insomma, non è affatto concluso. Anche perché punta a verificare il
ruolo di un marocchino che avrebbe abusato di Desirée dopo la morte. A
tratteggiare questa ipotesi inquietante è la testimonianza di un’altra
tossicodipendente, Narcisa, che frequentava la casa fatiscente.
Fondamentale sarà quindi l’esito dell’esame del Dna sui poveri resti di
Desirée, intorno alla quale, sempre dai racconti di altre ragazze e
ragazzi tossicodipendenti, nella notte tra il 18 e il 19 ottobre scorso
si sono accanite 6-7 persone. Mancini è stato arrestato alla fermata
della metropolitana linea C Pigneto. Durante la perquisizione, è stato
trovato in possesso di dodici dosi di cocaina e psicofarmaci di vario
genere per i quali è stato segnalato alla Procura per «detenzione a fini
di spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope». Intanto il ministro
dell’Interno Matteo Salvini punta l’attenzione sull’emergenza del
traffico di stupefacenti. «Per me - commenta - possono esserci coinvolti
africani, italiani, eschimesi o chiunque altro, vanno blindati e
incarcerati. Il problema è che la normativa sullo spaccio di droga è
troppo blanda».