lunedì 12 novembre 2018

Corriere 12.11.12
Desirée, fermato uno spacciatore italiano
di Rinaldo Frignani, Fulvio Fiano


Da venerdì sera c’è anche un italiano coinvolto nelle indagini sulla morte di Desirée Mariottini. Si chiama Marco Mancini ed è in stato di fermo, accusato di aver rifornito di droga e psicofarmaci sia la sedicenne di Cisterna di Latina sia i frequentatori del palazzo dell’orrore a San Lorenzo dove la giovane è deceduta dopo essere stata drogata e violentata. Al 36enne viene contestato solo lo spaccio, ma per chi indaga potrebbe aver indirettamente contribuito alla tragica fine della ragazza vendendo ai quattro pusher gli stupefacenti e i farmaci necessari per stordirla e impedirle di reagire allo stupro. Uno spacciatore come loro, insomma, che gli agenti della Squadra mobile e del commissariato San Lorenzo hanno bloccato nella stazione «Pigneto» della metro C. Mancini, incensurato, aveva 12 grammi di cocaina, oltre a pasticche di Tranquillit e Quentiax 300. Gli stessi psicofarmaci con quetiapina trovati accanto al materasso dove la sedicenne giaceva senza vita. L’uomo ha ammesso di essere un frequentatore del palazzo dell’orrore a San Lorenzo — anche se quando Desirée è morta lui non c’era — e ha confermato i suoi rapporti sia con gli spacciatori ora accusati di omicidio e violenza sessuale sia con la stessa giovane, già sua cliente. Da chiarire come potesse avere una tale disponibilità di farmaci. «Li compro con le ricette di mia madre», avrebbe spiegato. Le indagini puntano ad accertare se invece lo spacciatore abbia potuto contare su medici o farmacisti compiacenti. Resta da individuare il marocchino che avrebbe abusato della giovane già morta. «Possono essere coinvolti africani, italiani o eschimesi, vanno blindati e incarcerati. Il problema è che la normativa sullo spaccio è troppo blanda», è il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini.