Internazionale 25.11.18
Caixin,
Cina gara di miseria
Per
gli studenti poveri che vogliono ottenere un sussidio dalle università
cinesi non basta consegnare certiicati e documenti: per ricevere l’aiuto
economico devono parlare in pubblico delle diicoltà in cui si trovano
le loro famiglie, nella speranza di commuovere i presenti e ottenere un
numero di voti suiciente a qualiicarsi. Il processo di selezione, noto
come “gara di miseria”, somiglia a un reality show e spesso inisce con
gente che piange sul palco mentre svela dettagli sul suo stato di
povertà per dimostrare di meritarsi il sussidio. Il ministero
dell’istruzione sta cercando di vietare la pratica, “perché viola la
privacy e la dignità degli studenti”. Le università difendono il metodo
perché sarebbe più trasparente rispetto alle decisioni prese da piccole
commissioni. In realtà, scrive il settimanale cinese Caixin, le ragioni
sono la pigrizia e il timore degli atenei di prendersi la responsabilità
di decidere rischiando di dare denaro a candidati non qualificati. Nel
2017 sono stati distribuiti aiuti per 27 miliardi di dollari a 95,9
milioni di studenti appartenenti a famiglie a basso reddito.