il manifesto 9.11.18
Strage a L.A., ex marine ammazza tredici persone
American
Psycho. Le vittime sono in prevalenza ragazzi giovani. Il killer, Ian
Long 28 anni, è morto. Nel 2018 308 episodi simili. Ma al midterm 88
candidati finanziati dalla Nra sono stati eletti
L’interno del Borderline Bar & Grill di Thousand Oaks prima dell’attacco
di Luca Celada
Stavolta
è toccato a un bar californiano: mercoledì attorno alla mezzanotte un
uomo si è avvicinato al Borderline Bar & Grill di Thousand Oaks,
a 50 km da Los Angeles, e ha aperto il fuoco freddando il buttafuori.
Poi Ian Long, 28 anni, è entrato nel locale affollato di universitari
dei vicini college, ha ucciso una cassiera e successivamente fatto fuoco
indiscriminato sugli avventori con la sua Glock 21 uccidendo dodici
persone compreso uno sceriffo colpito da numerosi proiettili mentre
allertato della situazione entrava nel locale. Le vittime erano in
prevalenza studenti fra i 18 e i 25 anni.
IL BORDERLINE si trova a
Thousand Oaks un tranquillo quartiere di villini e centri commerciali
caratteristico dell’«exurbia» di L.A., dove i comprensori unifamiliari
si inerpicano per quelle che pochi anni fa erano ancora colline di
macchia mediterranea che circondano i centri abitati della California
meridionale. Il bar è arredato in stile saloon con un bancone western,
pista da ballo texana e tavoli da biliardo, aggrappato alla freeway 101
per Santa Barbara, all’altezza dello svincolo per la Reagan Library.
Qui, come ogni mercoledì numerosi giovani avventori erano venuti per
ballare il line dancing e stare in compagnie nella serata settimanale a
tema country
L’ATTENTATORE, anche lui rimasto ucciso, era un
reduce della guerra in Afghanistan residente nella vicina Newbury Park.
Mercoledì sera ha preso in prestito la macchina della madre con cui
abitava ed è andato al bar. Gli inquirenti hanno appurato che Long in
passato avrebbe dato segno di scompensi psichici, legati a una sindrome
di stress post traumatico. L’ex soldato era stato esaminato
dall’autorità sanitarie del servizio sociale lo scorso aprile. Nella sua
ultima azione commando Long avrebbe lanciato bombe fumogene all’interno
del locale per disorientare le vittime prima di aprire il fuoco mentre
ragazzi nel panico usavano sgabelli del bar per infrangere le vetrine e
mettersi disperatamente in salvo.
IL TRAGICO EPISODIO – strage
numero 307 nel solo 2018 – ripropone l’ordinaria follia che ricorre con
regolarità e che stavolta ha colpito all’indomani di una campagna
elettorale mid-term caratterizzata da toni asprissimi in particolare da
parte del presidente. Due settimane fa un fanatico seguace di Trump è
stato arrestato per aver spedito 15 ordigni esplosivi per posta ad
esponenti politici democratici . Il 29 ottobre un fanatico anti
immigrazione ha ucciso 11 persone in una sinagoga di Pittsburgh.
Tre
giorni prima un altro esagitato razzista aveva ucciso due avventori
afro americani di un supermercato del Kentucky. Una settimana fa un
fanatico misogino ha fatto strage in uno studio di yoga della Florida.
Le armi da fuco e la vistosa scia di sangue che lasciano sulla società
americana sono state fra le questioni centrali delle elezioni anche
grazie alla campagna per norme più severe organizzata dai liceali
sopravvissuti alla strage del liceo Parkland lo scorso inverno.
MARCH
FOR OUR LIVES, il movimento fondato da Emma Gonzalez, David Hogg si è
battuto contro l’elezione di candidati favorevoli al Nra (la potente
lobby delle armi) ed è riuscito a sconfiggere 41 di essi – vittoria
importante ma parziale: 88 candidati finanziati dalla Nra sono stati
eletti. Continua quindi il dibattito su una antica piaga americana ma
che stavolta è avvenuta sullo sfondo di un registro politico sempre più
stridente esasperato dall’astio utilizzato come grimaldello politico,
come dimostrato dall’ennesima rissa scatenata da Trump con la stampa
proprio il giorno della strage. Il presidente che tra l’altro sta
stringendo in questi giorni la morsa attorno ministero di giustizia col
licenziamento di Jeff Sessions, ieri si è limitato a una dichiarazione
preconfezionata sull’eroismo delle forze dell’ordine seguita di
immediato coro di sostegno dei sodali al secondo emendamento che
garantisce il diritto costituzionale al porto d’armi.