il manifesto 8.11.18
Heidegger e il complicato abisso dei «Quaderni neri»
Il
libro di Eugenio Mazzarella, edito da Neri Pozza, indaga il rifiuto
della storia del pensatore e il nodo del rapporto con il regime nazista
di Alberto Giovanni Biuso
Molto
al di là del «teatro filosofico» e del marketing editoriale, Eugenio
Mazzarella in Il mondo nell’abisso. Heidegger e i Quaderni neri (Neri
Pozza, pp. 110, euro 12,50) delinea un itinerario dentro l’abisso
heideggeriano. È un percorso che parte dalla chiara affermazione «che
nessun interprete dotato di buon senso possa ritenere che sul terreno
degli eventi o anche solo sull’ideologia del Reich – il nazismo e la sua
politica, anche nei riguardi degli ebrei – Heidegger abbia avuto un
qualche ruolo. Politicamente e ideologicamente (per lui biologismo e
principio della razza saranno sempre pura volgarità filosofica),
Heidegger per il regime nazista non contava niente già dal ’33, ammesso
che avesse mai contato».
L’INTERESSE verso il nuovo movimento
politico che si andava affermando in una Germania uscita distrutta dal
primo conflitto mondiale affondava nella speranza di oltrepassare le
secche del capitalismo anglosassone e della dittatura sovietica. Il
disinganno fu pressoché immediato, l’esperienza del Rettorato a Friburgo
fu assai breve e da allora Heidegger praticò «un disimpegno sempre più
apocalittico, man mano che nell’inoltrarsi negli anni Trenta, negli
scenari di politica internazionale della Germania nazista e poi nella
guerra, diveniva sempre più chiara la deriva di mera potenza del Reich
‘millenario’». Anche il nazionalsocialismo gli apparve infatti come
espressione del Gestell, della dimensione tecnica volta a fare del mondo
e di ogni sua espressione uno strumento di mera potenza, di accumulo,
di utile finanziario.
In Heidegger non c’è alcun antisemitismo ma
vige un profondo anticristianesimo, che ha poi come conseguenza anche la
critica al giudaismo, così come accade – in contesti e intenzioni
naturalmente assai diversi – per il Voltaire del Dizionario filosofico.
Ben al di là dei «diciannove passi un passo ogni cento pagine» che nei
taccuini vengono dedicati all’ebraismo, Heidegger si pronuncia assai più
di frequente nei confronti dei fondamenti del cristianesimo, come la
sacralizzazione della vita e l’incarnazione del Dio.
DA QUI
GERMINÒ e crebbe un atteggiamento di progressivo rifiuto della storia,
che si declinò nelle forme dell’antiumanismo e di un vero e proprio
abbuiamento gnostico che consegna la «gnosi esistenziale di Essere e
tempo della privatezza dell’Esserci, della singolarità esistente, a una
gnosi che si slarga e si inabissa, nel ‘politico’, perdendo insieme a sé
il mondo che voleva ‘salvare’, portare ad un ‘nuovo inizio’».
La
tesi di Mazzarella è che da tale abbuiamento Heidegger si sarebbe
affrancato tramite la questione della tecnica, che a partire dagli anni
Cinquanta rappresenta «una via d’uscita dal ‘buio ontologico’ degli anni
Trenta e Quaranta», restituendo il pensare heideggeriano a una
immersione nella storia, ai suoi elementi relativi e alla sua apertura a
un divenire non segnato dal male.
È, questa, una ricostruzione
dell’abisso heideggeriano di grande rigore e plausibilità, che si pone
all’altezza nella quale sempre bisogna leggere Heidegger. Rimane aperta
la questione dell’anticosmismo. Non è un caso che la critica radicale
rivolta da Heidegger al paradigma antropocentrico costituisca uno dei
fondamenti dell’ecologia profonda. Forse anche Heidegger, come gli
gnostici antichi, osservando con occhi profondi il «kosmos», ne vede
tutto il male e lo dice con parole implacabili ma sa anche intravederne
l’enigma, la luce che la conoscenza produce.
DENSO, intricato e
essenziale è il nodo che questo libro sa indagare, suggerendo ancora una
volta che la filosofia – in Heidegger come in Eraclito, Platone,
Aristotele, Spinoza, Nietzsche – è simile a una montagna, che ogni tanto
degli umani cercano di scalare. Alcuni ben attrezzati arrivano alla
cima, altri sono pieni di impegno ma non di strumenti e magari si
fermano e tornano indietro, altri ancora pensano di aggredirla e
finiscono con il precipitare.