il manifesto 6.11.18
Referendum Atac, primi grillini si schierano per il No alla liberalizzazione
Domenica al Voto. A cinque giorni dalla consultazione i fronti pro e contro intensificano la campagna
di M. Fr.
Mancano
solo cinque giorni al referendum consultivo che a Roma potrebbe
decidere le sorti di Atac, l’azienda di trasporto pubblico locale per la
quale i Radicali chiedono la liberalizzazione del servizio.
Ieri
per la prima volta ha preso posizione un consigliere del M5s, finora
silente sulla questione. «Atac Si, Atac No. Diffidate di chi suggerisce
la soluzione per il miglioramento del servizio di trasporto pubblico
attraverso la privatizzazione. Sono gli stessi che hanno mangiato Atac, e
non solo», scrive su facebook Nello Angelucci.
I Radicali invece
terranno oggi il «referednum day» con una ventina di tavoli in tutti i
quartieri di Roma e decine di volontari impegnati. «L’obiettivo è quello
di colmare il gap d’informazione con la forza della militanza, e
rispondere con l’attivismo all’immobilismo dell’amministrazione», spiega
Simone Sapienza, segretario di Radicali Roma. «Ci sono troppi romani –
continua Sapienza – che ancora non sanno di avere la possibilità, anzi
il diritto, attraverso il proprio voto il prossimo 11 novembre, di
innescare un indispensabile processo di rinnovamento del servizio di
trasporto pubblico a Roma, giunto nelle mani di Atac a livelli
drammatici e ormai irrecuperabili. Per questo, oltre ai militanti
romani, anche altri radicali arrivati da ogni parte d’Italia per il XVII
congresso di Radicali Italiani che ieri ha eletto Silvja Manzi nuovo
segretario, parteciperanno attivamente ai tavoli e porteranno il loro
contributo per mobilitare la cittadinanza». Perché il referendum sia
valido serve che votino il 33,3 per cento dei cittadini aventi diritto
al voto, pari a circa 650 mila persone.
Sul fronte di chi fa
campagna per il No, il comitato «Mejo de no», con molti autisti iscritti
al Pd e dunque in aperta polemica con voto del partito a Roma, motiva
il proprio voto così: «La liberalizzazione significherebbe sicuramente
una riduzione del servizio, già oggi notevolmente compromesso».
«Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: i fautori del No non
sostengono lo status quo – precisa Paolo Berdini, assessore
all’Urbanistica della giunta Raggi e adesso presidente del comitato per
il no «ABC, Atac bene comune» – . Questa Atac è il risultato del
tracollo della malapolitica. Noi chiediamo che la politica faccia un
passo indietro».