il manifesto 6.11.18
L’alternanza con il lavoro cambia ma sarà comunque obbligatoria
Legge di bilancio. Cambia l’alternanza scuola-lavoro nella legge di bilancio, ma l’impianto della «Buona Scuola» resta.
di Mario Pierro
Cambia
l’alternanza scuola-lavoro nella legge di bilancio, ma l’impianto della
«Buona Scuola» resta. Lo ha sostenuto ieri Carmela Palumbo, capo
dipartimento per il sistema educativo di Istruzione e formazione del
Miur, nell’incontro a Milano intitolato «A scuola di azienda in
azienda»: «L’alternanza sarà comunque obbligatori a e curricolare nelle
scuole». La legge di bilancio prevede il cambiamento del nome: una volta
approvata, l’alternanza porterà il complicato nome, scritto nella
lingua della pedagogia neoliberale del capitale umano e del management
delle risorse umane: «percorsi per le competenze trasversali e per
l’orientamento». «La filosofia rimane quella di valorizzare
un’esperienza che fa conoscere il mondo del lavoro e mette il ragazzo
alla prova di competenze che la scuola non può curare» ha confermato
Palumbo.
DIMINUIRANNO le ore: per gli istituti professionali si
passa da 400 ore nel triennio a 180; per i tecnici, da 400 ore a 150;
nei licei da 200 ore a 90. In questa cornice va ricordato che, nel
giugno scorso, il decreto «milleproroghe» e una circolare del ministero
dell’Istruzione ha differito di un anno l’applicazione di un’altra norma
importante dell’alternanza scuola lavoro: la sua obbligatorietà ai fini
dell’accesso all’esame di maturità.
È PREVISTA la riduzione della
spesa di 56,52 milioni di euro sui previsti 97,05 milioni all’anno.
«L’obiettivo delle modifiche è puntare sulla qualità, riducendo
l’obbligatorietà di un monte ore molto elevato, per far si che le scuole
e le aziende si possano concentrare sulla qualità dei percorsi e sul
loro carattere orientativo rispetto al futuro lavorativo o di studio» ha
detto Palumbo. Il restyling porterà il Miur a emanare le nuove «linee
guida» dell’alternanza scuola lavoro «in tempi rapidi», ma comunque dopo
l’approvazione della manovra a Natale.
IL TAGLIO DELLE RISORSE ha
prodotto la preoccupazione anche di Andrea Marchetti dell’Associazione
nazionale presidi secondo il quale «i finanziamenti per queste attività
servono».