giovedì 29 novembre 2018

il manifesto 29.11.18
Genetica, Balistreri, «il tabù è già archiviato»
di Andrea Capocci


Maurizio Balistreri è ricercatore in filosofia morale all’università di Torino. Insieme al biotecnologo Angelo Lombardo, è stato uno dei due soli esperti italiani intervenuti al summit di Hong Kong. Da anni esplora le implicazioni etiche delle biotecnologie anche alla luce delle nuove tecniche di modifica genetica.
Il suo ultimo libro si intitola Sex robot. L’amore al tempo delle macchine (pp. 282, euro 18, Fandango). Nella sua presentazione ha citato un autore-culto della letteratura di fantascienza: lo scozzese Ken MacLeod, autore nel 2012 di Intrusion (mai tradotto in italiano) in cui i protagonisti curano i difetti genetici dei nascituri con una pillola, proprio come nell’esperimento di He Jiankui, finché le donne si rifiutano di cedere la sovranità sul loro corpo. Anche Balistreri è a Hong Kong per capire in che direzione va la bioetica del Dna.
Il summit ha tra i suoi compiti la revisione delle regole. Cambierà qualcosa dopo la rivelazione dell’esperimento di He Jiankui?
Non credo. L’intenzione era quella di confermare la linea prudente affermata a Washington tre anni fa. La modifica degli embrioni a scopo terapeutico si fa, tranne casi eccezionali: malattie incurabili per le quali non esistono alternative. La condanna di David Baltimore, l’organizzatore della conferenza, e degli stessi scienziati cinesi, che in 122 hanno scritto una lettera per protestare contro l’esperimento di He, va nella stessa direzione.
L’esperimento conserva ancora molte zone d’ombra…
Non mi stupirei se alla fine si rivelasse di uno dei tanti «esperimenti» che non sono mai stati confermati da ricercatori indipendenti. Il settore della fecondazione assistita ne è pieno da sempre, prima ancora che nel 1978 nascesse la prima bimba in provetta. Molti ricorderanno i tantissimi dubbi intorno ai presunti bambini clonati da Severino Antinori, di cui non si è saputo più niente e a cui credono in pochi. Eppure oggi dovrebbero essere ormai cresciuti.
Con tutta la pubblicità che ha ricevuto, il biotecnologo cinese si è esposto a notevoli conseguenze accademiche ma anche penali…
Proprio per questo ho il timore che la realtà possa essere un po’ diversa. He Jiankui ha detto ben poco. Non si sa in quale istituzione sarebbe avvenuto l’esperimento, né con quale autorizzazione. D’altronde, nemmeno Antinori è mai stato condannato per la clonazione, che pure è vietata. Evidentemente…
Forse le autorizzazioni non avrebbe potuto ottenerle, perché la modifica genetica degli embrioni è ammessa eccezionalmente e solo per malattie gravi e incurabili. Secondo gli scienziati, in questa situazione non c’erano le condizioni. Però la modifica genetica degli embrioni non è più un tabù, come poteva essere vent’anni fa, quando la possibilità stessa era esclusa categoricamente. Oggi gran parte della comunità scientifica è orientata ad andare in quella direzione. Ma ci si vuole arrivare sulla base di protocolli ufficiali e riconosciuti.
In ogni caso, l’utilizzo della genetica a scopo di «potenziamento» dell’essere umano è del tutto bandito. Ma esiste una distinzione definitiva tra «terapia» e «potenziamento»?
È un tema di grande dibattito. Gli esperti sono divisi tra chi ritiene che esista una distinzione chiara e chi, come me, crede che non si possa non si possa tracciare una linea di confine netta. Perché noi stessi, anche senza modifica genetica, siamo già «potenziati» rispetto agli umani del passato. L’alimentazione, la medicina, la tecnologia non rappresentano altro che un potenziamento dell’uomo. Nel caso di He Jiankui siamo in una zona ulteriormente sfumata, perché si tratta di prevenire una malattia. Piuttosto, sono stato molto colpito la ricerca sui topi citata del 2016 da Robin Lovell-Badge durante la conferenza di He. Disattivando il gene Ccr5 come ha fatto lui con le bambine, nei topi si osserva un aumento delle capacità cognitive (un aumento della memoria e della plasticità cerebrale, ndr). Non vorrei che l’esperimento sulle bambine puntasse segretamente anche a studiare questi effetti. Nel contesto politico cinese attuale sarebbe uno scenario inquietante, davvero degno di un romanzo di fantascienza.