il manifesto 1.11.18
A Milano Landini unisce la Cgil: «Mescoliamoci»
Congresso.
Dopo il rischio spaccatura, il "candidato" segretario di Camusso riceve
la standing ovation della platea: «Impariamo a volerci bene. La Cgil è
collettiva o non è, abbiamo bisogno dell’intelligenza di tutti»
di Massimo Franchi
«Questo
congresso è sfortunato perché arriva dopo il direttivo di sabato». Il
momento della Cgil era sintetizzato dalla battuta del segretario dei
pensionati dello Spi di Milano Sergio Perino. E invece nella città di
Susanna Camusso (presente in sala), proponendo come segretario quel
Massimo Bonini che sabato aveva sottoscritto il documento dell’area
pro-Colla, Maurizio Landini ha conquistato la platea della camera del
lavoro più antica e importante d’Italia, ricostruendo quell’unità che
pareva a rischio.
Dopo l’intervista-appello di Sergio Cofferati di
ieri al manifesto, il clima in Cgil sembra improvvisamente migliorato. E
ieri Landini nel suo intervento – terminato con una «standing ovation» –
ha per la prima volta parlato in pubblico dell’indicazione ricevuta da
Camusso nella segreteria di ormai tre settimane fa. «L’unità della Cgil
c’è, non la dobbiamo costruire: è nel 98 per cento dei voti al documento
“Il lavoro è” che è merito di tutti e che prevedeva un percorso fatto
insieme, compresa la proposta fatta da Susanna che non riguarda solo una
proposta nominativa ma è più complessiva a partire dalla contrattazione
inclusiva e dalla necessità di cambiare in un processo di continuità».
Sulla
nomina Landini spiega: «La Cgil mi ha insegnato a comportarmi in un
certo modo, non mi sono mai candidato a nulla. Quando la segretaria
generale ci ha informati sono stato felice cinque minuti ma poi non vi
nascondo che la notte non ho dormito», racconta tra le risate.
Poi
arriva l’invito a tutti: «La Cgil è collettiva o non è, abbiamo bisogno
dell’intelligenza di tutti, di mescolarci: è questa la nostra forza».
Poi ha concluso citando una frase della stessa Camusso: «All’assemblea
nazionale delle donne ha detto una cosa rivolta a tutta l’organizzazione
che noi uomini facciamo fatica a fare: “Imparare a volersi bene”. Mi ha
fatto pensare che non ci sono cose personali che vengono prima
dell’interesse della Cgil, sapendoci dire la verità. Sono sicuro che
siamo persone intelligenti e se ci vogliamo bene saremo in grado di fare
un grande congresso e dare un messaggio a tutto il paese», ha concluso.
Il
congresso di Milano si è chiuso con la conferma del giovane Massimo
Bonini, votato da tutti (114 voti a favore, 10 contrari, 9 astenuti e
tre schede nulle): l’abbraccio con Landini e Camusso pare un buon
viatico per una ricomposizione. Il direttivo di domenica 11 novembre
dovrebbe suggellarlo.