domenica 25 novembre 2018

Il Fatto 25.11.18
Sinistra 

I misteriosi arcani che tengono legata la base del Pd alla casta dirigente

Quali oscuri e misteriosi arcani governano la base e ancora oggi sono motivo di fascino e di attrazione per l’elettorato Pd, i suoi delegati classificati di serie A e di serie B? La politica classista spudoratamente “a piramide capovolta”? L’ideologia che, salvo gli slogan, non ha più nulla di sinistra? L’operato dei suoi dirigenti, perlopiù legati all’establishment, al sistema bancario e all’alta finanza che, con la base hanno poco da spartire… La loro condotta morale? Meglio stendere un velo pietoso. Le politiche sociali dei governi Renzi e Gentiloni? Mi pare che i poveri siano cresciuti a dismisura sotto la soglia di povertà e così i disoccupati… Allora cosa fa sì che i delegati di serie B stiano coi delegati di serie A? O che i loro elettori credano ancora in loro? Non ho ancora sentito un dirigente chiedere scusa, pentirsi e ravvedersi… Forse che ciò che accomuna questi personaggi è un carrierismo sconfinato legato al denaro e al potere; un collante capace di unire anche i più diversi. Casini, Calenda, Boschi, Renzi cos’hanno di comune con la sinistra? Forse siamo di fronte a quegli inspiegabili meccanismi evolutivi della politica che non sono regolati più dalla selezione naturale (voto del proprio elettorato) ma da una perversa mutazione puntiforme della classe dirigente con le “madamine” e i loro foulard.
Lettera non firmata

Talmente oscuri e misteriosi, questi arcani, che contengono la disperazione e il suo contrario, la speranza. Non è solo questione di fascino o attrazione. Del Pd e della sua ultima stagione si può e si deve dire tutto il male possibile, d’accordo, ma la sua base superstite, visti gli attuali sondaggi, merita ogni considerazione e rispetto. Al di là di facili battute sulla vocazione sadomasochista di questo popolo, c’è chi ancora identifica il Pd in una prospettiva di centrosinistra, al netto del classismo, del carrierismo, della divisione tra delegati di serie A e di serie B. Recentemente, tra la manifestazione democratica di piazza del Popolo, a Roma, e quella di Nicola Zingaretti per presentare la sua candidatura a segretario, ho sentito militanti disposti ancora a votare Pd a patto che non ci sia più Renzi. Rassegnati, quindi, a tenersi consapevolmente Casini e Calenda. In fondo questa è una mutazione cominciata negli anni Novanta quando in nome del blairismo, delle liberalizzazioni e dei salotti capitalistici l’ulivismo fondante del Pd imboccò la deriva centrista. È da allora che la sinistra-sinistra è un’altra cosa.
di Fabrizio d’Esposito