Il Fatto 13.11.18
Prescrizione: il suicidio di Pd e Leu
di Lucrezia Ricchiuti
Signor
direttore, il 19 novembre 2014 la Corte di cassazione ha dichiarato
prescritto il reato dei dirigenti Eternit per l’amianto.
Pochi
anni dopo, la stessa Corte ha dichiarato prescritto Silvio Berlusconi
nel processo per aver corrotto il senatore De Gregorio, che aveva
causato la caduta del governo Prodi. Rischia di essere prescritto il
reato relativo alla strage della stazione di Viareggio.
Gli esempi
potrebbero continuare per un elenco assai lungo, se è vero come è vero
che il primo presidente della Corte di cassazione Mammone – all’inizio
del 2018 – ha affermato che nel 2017 sono andati al macero per
prescrizione ben 127 mila processi (sì – signor direttore – ha letto
bene: 127 mila!!). Si tratta di una cifra più o meno costante negli anni
successivi alla legge Cirielli del 2005 che ha introdotto la cosiddetta
prescrizione breve. Uno spreco di risorse umane e finanziarie
micidiale. Contro quella legge, il centrosinistra in Parlamento lottò
strenuamente e giustamente. “Voi riducete la prescrizione per reati
diversi da quelli commessi dal povero indigente, il quale, a causa
dell’indigenza, si è fatto mariuolo. Voi riducete la prescrizione per i
reati previsti dall’articolo 416-bis, un articolo che si applica
all’associazione per reato criminale, in particolare l’associazione
mafiosa. Voi riducete la prescrizione per l’usura, che, come sapete, è
un reato tipico di criminalità organizzata. Voi riducete la prescrizione
per l’incendio doloso, che è un altro reato posto in essere dalla
criminalità organizzata per chi non paga il ‘pizzo’. Voi riducete la
prescrizione per la corruzione e per la corruzione in atti giudiziari.
Vi sottolineo la gravità del fatto che il Parlamento consideri un reato
di minore rilievo corrompere un magistrato e intaccare la fiducia dei
cittadini nell’imparzialità di un potere dello Stato. Voi riducete la
prescrizione per reati che sono di particolare gravità e che non
riguardano una delinquenza minorile che sbaglia una prima volta, verso
la quale bisogna avere un atteggiamento di recupero e di reinserimento.
Riducete la prescrizione per reati che vengono commessi dalla
criminalità organizzata, che inducono un allarme sociale gravissimo e
che producono una lacerazione del tessuto sociale del paese. Per di più,
voi infliggete un vulnus drammatico alla fiducia che i cittadini devono
avere nella giustizia”.
Questo, signor direttore, era Piero
Fassino, alla Camera dei deputati, il 16 dicembre 2004. Oggi invece il
Pd dimentica le vittime dei reati, si scorda della caduta del governo
Prodi nel 2008 per gravissimo atto di compravendita del voto caduto in
prescrizione e si schiera con Forza Italia e Lega di Salvini contro il
disegno di legge Bonafede, che farebbe tornare la prescrizione a un
istituto ragionevole e fisiologico, com’era prima del 2005.
Che
cos’è cambiato? Non lo so. So solo che l’argomento per cui la legge
Cirielli rimedia al problema dei processi troppo lunghi è una bufala.
Anzi, è proprio la legge del 2005 che sollecita gli avvocati a tirarla
per le lunghe per poter guadagnare tempo e maturare la prescrizione per i
loro clienti (cosa che non farebbero se la prescrizione fosse un
traguardo più lontano). E poi contro la lunghezza dei processi abbiamo
già diversi strumenti, a partire dalla legge Pinto del 2001, che
indennizza le parti incolpevoli nei processi che durano troppo.
So
solo che l’argomento per cui la prescrizione non c’entra con la
corruzione è una bufala, poiché i corrotti sono d’accordo tra loro e non
si denunciano a vicenda: serve tempo per scoprirli. E so anche un’altra
cosa: votando contro una legge sacrosanta (l’unica che il Movimento 5
Stelle ha finora proposto) il Pd e LeU si suicidano definitivamente.