Corriere 4.11.18
Ilaria Cucchi e i social: «La mia vita sconvolta da minacce continue»
Un post di insulti sarebbe della portavoce del Sap
di Ilaria Sacchettoni
Roma
C’è l’insulto feroce: «Lurida infame...». E l’oltraggio macabro: il
fotomontaggio di Stefano Cucchi pesto, rivestito in smoking e attorniato
da conigliette sexy, con la scritta teoricamente goliardica: «Se non
sei bello ma Cucchi». C’è l’allusione offensiva: «Vorrei dire a Ilaria
Cucchi che, dalla terribile morte del fratello è riuscita a costruirsi
un personaggio». E ci sono le accuse esplicite di aver speculato: «Hai
ottenuto un rimborso di non pochi spicci e si mormora già di una
candidatura molto prossima».
Risponde, lei, Ilaria Cucchi: «Oggi è
sabato. I miei figli dormono. Io e Fabio abbiamo appena fatto
colazione. Lui deve studiare un processo importante ed io vorrei stare
in casa con lui. Ma ho altre denunce da presentare. Le minacce ed
insulti hanno più o meno la medesima targa politica, appaiono provenire
da profili di poliziotti o carabinieri. È diventata una vera e propria
emergenza che sconvolge la mia vita quotidiana». Negli ultimi giorni
Ilaria è stata ascoltata sei volte dalla polizia che cerca di far luce
su protagonisti e mandanti di questo odio sui social. Poi, ci sono le
lunghe chiamate silenziose al numero di casa. Al sospetto sui post si
somma un attacco alla vittima, un’offensiva riconducibile a Elena Ricci,
portavoce del Sap, lo stesso sindacato di polizia che durante un
congresso, anni fa, tributò un applauso agli agenti coinvolti nella
morte di Federico Aldrovandi, pestato da quattro agenti nel 2005.
L’ipotesi
di una serrata fra i ranghi delle forze dell’ordine — mentre il
processo bis nei confronti di cinque carabinieri accusati di omicidio
preterintenzionale, falso e calunnia per la morte di Cucchi compie un
salto di qualità — è al vaglio degli investigatori. Nella denuncia della
sorella di Stefano si sottolinea «l’incrementarsi del tono e del numero
degli attacchi in corrispondenza dei recenti sviluppi processuali». In
passato i Cucchi sono stati bersaglio di insulti sguaiati e allusioni
pesanti (come quella di Carlo Giovanardi che disse: «È morto per
droga»). É ragionevole pensare che i nuovi post siano il frutto della
stessa atmosfera avvelenata. «Non si può trasformare un drogato e
spacciatore in un eroe», si firma Silvia Cirocchi.
Il filo
conduttore è la rabbia nei confronti dei Cucchi, lo stile è inizialmente
dialogante salvo diventare offensivo sul finale, come se gli autori,
catturata l’attenzione del destinatario, se ne servissero per vibrare il
colpo peggiore.
In qualche caso il veleno raggiunge anche chi,
come Alessio Cremonini, autore di «Sulla mia pelle» si è sforzato di
raccontare un fatto di cronaca: «Sulla pelle dei poveri diavoli — posta
tale Mauro Maistro — che hanno avuto la sfiga di incrociarti loro
malgrado ci fanno i soldi sorella e parenti, avvocato e regista... la
celebrazione di una persona che valeva poco da vivo e che morto è
diventato un affarone». Ed è di un carabiniere lo sfogo, anche questo
via social, contro i Cucchi: «Dispiace un’unica cosa, ovvero che la
stessa caparbietà che (Ilaria, ndr) ha dimostrato nella ricerca dei
colpevoli non l’ha sfoderata quando c’era da aiutare Stefano». Ilaria
Cucchi, ammette di essere turbata: «Ho paura per me e per i miei figli e
per i miei genitori».