giovedì 22 novembre 2018

Corriere 22.11.18
Roma
Nella Nuvola di Più libri più liberi in cerca di un altro umanesimo
Dal 5 al 9 dicembre torna la fiera della piccola e media editoria: 650 appuntamenti e oltre 1.200 ospiti
di Laura Martellini


Al passo con il momento, Più libri più liberi sceglie di raccontare l’immigrazione, anzi il nuovo umanesimo . L’uomo al centro della Fiera nazionale della piccola e media editoria , sempre più saldamente sul podio del mercato che rappresenta, pronta a sfidare il numero 17 della prossima edizione con 511 espositori, 650 appuntamenti, oltre 1.200 autori.
Dal 5 al 9 dicembre, la Nuvola dell’Eur sarà occupata in ogni sua parte da stand che sono diventati il marchio più forte, efficace, «pop», della struttura di Massimiliano Fuksas. Ospiterà aziende che, dopo gli anni della forte ripresa, proseguono, con meno picchi, a crescere: in aumento il numero dei piccoli e medi editori (+0,5%), le novità pubblicate (+10,5%), il peso dei titoli sul totale dei libri in commercio (oggi più di un titolo su due), la quota di mercato nelle librerie, online e nella grande distribuzione (al 39%, +3,3% rispetto al 2016).
«Un occhio all’attualità, l’altro sul mondo» dice Annamaria Malato, presidente della fiera, annunciando ospiti internazionali da Abraham Yehoshua a Joe R. Lansdale, dal poeta dissidente Patrice Nganang che pennellerà la sua Africa, alla sociologa turca Pinar Selek, a scrittori come lei coinvolti in vicende che da personali si fanno politiche. Così Monica Tereza Benicio, compagna dell’attivista Marielle Franco assassinata lo scorso marzo a Rio; la giornalista Yasemin Congar compagna di Ahmet Altan, scrittore turco condannato all’ergastolo (ne leggerà i passi Valerio Mastandrea); il britannico David Almond, voce per la tutela dell’ambiente. Fra gli stranieri, anche Michael Dobbs che dopo House of cards torna con una nuova opera di fantapolitica, Il giorno dei Lord, Jarett Kobek autore di Io odio Internet, contro i giganti della Silicon Valley, e Philip Forest.
La carica degli italiani ha un piede nell’oggi, l’altro nel passato, anche se entrambi ben piantati nel terreno fertile dell’ humanitas: Andrea Camilleri sarà alla presentazione de La funesta docilità di Salvatore Silvano Nigro, inchiesta sui Promessi sposi. Paolo Di Paolo curerà L’infinito sulla Nuvola, incontro su Leopardi con contributi di Dacia Maraini e Vittorio Storaro. Poi Paolo Giordano, Emanuele Trevi, Teresa Ciabatti, Luciano Canfora, Fabio Stassi.
Si fa strada, rispecchiando una tendenza, l’editoria delle graphic novel e dei libri illustrati. In fiera il fumettista cult Zerocalcare, cui il Maxxi di Roma sta dedicando una mostra, e Ilaria Cucchi. Anche un albo ora ricorda la vicenda del fratello, Il Buio. La lunga notte di Stefano Cucchi.
Al giornalismo il compito di dibattere di nuovo umanesimo nell’agorà della Nuvola, affrontando differenti declinazioni come la criminalità organizzata (Petra Reski parlerà del suo Palermo connection con Beppe Grillo; Raffaele Cantone ed Ernesto Galli della Loggia presenteranno La mafia. Centosessant’anni di storia di Salvatore Lupo), i conflitti armati nel mondo (ospite la corrispondente del Washington Post Souad Mekhennet), la transessualità, la violenza sulle donne, i nuovi populismi e sovranismi. Enrico Mentana farà conoscere il suo nuovo giornale online, «Open».
Presente per la prima volta con una partnership il «Corriere della Sera». Fra gli appuntamenti, il direttore Luciano Fontana dialogherà con il capo della Polizia Franco Gabrielli sull’Etica della responsabilità (il 5 alle 12,30). Paolo Conti intervisterà il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli e sarà a colloquio con Paolo Mieli, Lampi sulla storia (e sulla letteratura).
Tanto altro, ancora. Una folta sezione ragazzi con Roma Capitale, e con l’Istituzione biblioteche di Roma diretta da Paolo Fallai (la Regione Lazio mette a disposizione buoni da 10 euro da spendere fra gli stand). Un’Arena dedicata all’arte fotografica. Il Business Centre funzionerà da collettore di aziende e pubblico professionale. Riflette Ricardo Franco Levi, presidente degli editori: «Siamo la prima industria culturale del Paese. Non riceviamo e non chiediamo aiuti pubblici. Ma si continui a sostenere i diciottenni nell’acquisto dei libri».