Corriere 19.11.18
Il futuro della Cgil
La sfida con Colla Il contropiede di Landini: meglio l’unità del sindacato
di Enrico Marro
Sul
ruolo che la sinistra giocherà nei prossimi anni avrà un peso anche la
scelta che la Cgil sta per fare sul prossimo segretario generale. Il
mandato di Susanna Camusso è scaduto. Sono in corso i congressi di base
mentre a fine gennaio si terrà a Bari il congresso nazionale. Che
eleggerà l’Assemblea che a sua volta eleggerà il nuovo leader. Per ora
formalmente c’è in campo solo Maurizio Landini, uno dei pochi leader
sindacali emersi con forza nell’ultimo decennio, sempre pronto a
scendere anche nell’arena del dibattito politico. L’ex segretario della
Fiom (metalmeccanici) è stato proposto dalla stessa Camusso dopo una
consultazione interna. Una mossa che ha spaccato la Cgil, dove
importanti categorie, dai pensionati agli edili ai chimici, vorrebbero
al posto di Camusso l’ex capo dell’Emilia-Romagna, Vincenzo Colla. La
spaccatura è stata per ora ricomposta con un accordo interno che tiene
di fatto in gara entrambi fino a gennaio. Ma se Colla, benché non abbia
ancora formalmente presentato la sua candidatura, resta in corsa,
Landini spiazza tutti con una delle sue abili mosse. Come? Rilanciando
lui, sindacalista della sinistra Cgil e già leader della più identitaria
delle organizzazioni, la Fiom, il «sindacato unitario» (in senso
organizzativo, non una sigla unica) con Cisl e Uil per andare oltre la
semplice unità d’azione, perché «le ragioni politiche» che hanno diviso
nel Dopoguerra Cgil, Cisl e Uil non ci sono più col venir meno dei
vecchi partiti (Dc, Pci, Psi), va ripetendo Landini nei congressi di
base. Una svolta questa del candidato Landini, giustamente sottolineata
dal sito Il diario del Lavoro che sta seguendo molto da vicino il
dibattito congressuale. Il voto del 4 marzo ha rivoluzionato il quadro
politico e ormai anche i militanti di Cgil, Cisl e Uil votano in massa
per 5 Stelle e Lega. I vecchi partiti che hanno bloccato i tentativi di
costruire un sindacato unitario negli anni Settanta e Novanta non ci
sono più. Quelli nuovi sono però potenzialmente più pericolosi per i
sindacati, perché non li riconoscono come soggetti politici. Per opporsi
alla disintermediazione e alla marginalizzazione, il sindacato
unitario, costruito sulla verifica per legge della rappresentanza, può
essere la soluzione, dice Landini. Se non è solo tattica per spiazzare
Colla, ma strategia vale la pena di discuterne. Per Cgil, Cisl, Uil. E
per la sinistra.