Corriere 17.11.18
Studenti in piazza contro il governo
Bruciate bandiere di Lega e 5 stelle
Da Milano a Napoli, il leader del Carroccio il più bersagliato. «Rispondo con le idee»
di Claudia Voltattorni
Roma
Il più bersagliato è stato Matteo Salvini. A Roma, un manichino con le
sue sembianze è stato appeso a Ponte Sublicio. A Milano era stato
lanciato proprio un «No Salvini Day» e il manichino con la foto del
vicepremier è stato bruciato con le bandiere di Lega e Cinque Stelle. E
il nome del ministro dell’Interno ieri è risuonato un po’ in tutte le
città d’Italia dove oltre centomila studenti sono scesi in piazza. Roma e
Milano, ma anche Firenze, Verona, Trento, Perugia, Napoli, Bari,
Campobasso, Crotone e Messina, e oggi toccherà a Bologna, Taranto e
Siracusa. I cortei di liceali e universitari, promossi da Rete della
Conoscenza, Unione degli studenti e Link Coordinamento Universitario,
hanno attraversato le strade al grido di «giù la maschera, non è questo
il cambiamento». La protesta è contro «la scuola che crolla», «lo
sfruttamento nell’alternanza scuola-lavoro», i «tagli all’istruzione».
Ma bersaglio dei manifestanti sono anche il decreto sicurezza («spazi
liberi senza confini, no al decreto Salvini») e la politica
sull’immigrazione del governo («disobbedire a leggi ingiuste»; «meno
Salvini, più bangladini»). E l’altro vicepremier Luigi Di Maio diventa
«Giggino La Frottola».
Ci sono stati però anche fumogeni, petardi e
perfino una bomba carta che hanno creato momenti di tensione tra
studenti e forze dell’ordine. A Milano soprattutto, dove, dopo le
bandiere bruciate in piazza Duomo, il corteo ha tentato di sfondare il
cordone di polizia per raggiungere il consolato Usa. Il corteo di Roma
ha raggiunto il ministero dell’Istruzione dove un flash mob con cenere e
carbone ha risposto alle parole del ministro dell’Istruzione Marco
Bussetti al Corriere: «Scaldiamoci con la legna che abbiamo».
E a
fine giornata, il ministro ha voluto ricordare che «manifestare è un
atto che rientra nella nostra democrazia, ma farlo in questo modo è
incivile, maleducato, e non in linea con l’obiettivo di fare sentire
certi bisogni: sono contrario a questo tipo di manifestazioni,
soprattutto fatte nei confronti di chi si sta impegnando per il
cambiamento del Paese». Non si è offeso invece Salvini che però con un
tweet ha stigmatizzato le modalità della protesta: «Bruciare bandiere,
immagini, simboli, libri... Non è bello. Noi all’odio e all’ignoranza
risponderemo comunque sempre con le idee e con il sorriso».