martedì 9 ottobre 2018

Sul Corsera di oggi. Apologia di reato o incitamento a delinquere?
Corriere 9.10.18
Due agenti aggrediti da 50 migranti
Circondati e picchiati nel ghetto di Foggia per liberare un gambiano fuggito a un posto di blocco
di Fabrizio Caccia


ROMA «In cinquanta contro due, ce la siamo vista brutta. Al gambiano, però, alla fine siamo riusciti comunque a mettere le manette...». C.T. 40 anni e A.G. di 45, del distaccamento Polstrada di Cerignola, sono i due poliziotti di pattuglia che venerdì pomeriggio, nei pressi del Cara di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, sono stati prima circondati e poi aggrediti da un gruppo di migranti proprio davanti al grande centro d’accoglienza per richiedenti asilo, il terzo per dimensioni in Italia.
Decine di extracomunitari intenzionati con ogni mezzo a liberare Omar Jallow, 26 anni, cittadino del Gambia con vari precedenti penali, che gli stessi agenti avevano appena arrestato, dopo un inseguimento in auto sulla provinciale e poi a piedi tra le baracche. I due poliziotti nel frattempo hanno già lasciato l’ospedale di Cerignola. A.G., il sovrintendente, ha avuto la peggio: 30 giorni di prognosi e setto nasale rotto; C.T., l’assistente, ha riportato lesioni sul corpo, guarirà in 15 giorni. Ancora scioccati, hanno raccontato quei minuti terribili al segretario provinciale del Sap, il sindacato autonomo di polizia, Giuseppe Vigilante: «Quel pomeriggio eravamo in servizio anticaporalato lungo la provinciale, quando abbiamo intimato l’alt a una macchina sospetta. A bordo c’era il gambiano, che invece di fermarsi è ripartito a razzo, cercando d’investirci. E durante l’inseguimento ha anche provato a speronarci per mandarci fuori strada. Quando poi si è fermato, nei pressi del Cara, lui è sceso e noi l’abbiamo inseguito a piedi. In quel momento, un gruppo di altri immigrati ha visto la scena e c’è venuto addosso, ci hanno picchiato con calci e pugni, preso a sassate e bottigliate, per fortuna avevamo già dato l’allarme via radio e dopo 10 minuti sono arrivate altre quattro pattuglie che erano in zona: due dell’anticrimine, una del commissariato di Manfredonia, un’altra dei vigili urbani. E i rivoltosi allora si sono dati alla fuga, sennò chissà come sarebbe finita. Almeno il gambiano, però, ora si trova in carcere a Foggia: con l’accusa di lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale».
«Il Cara di Borgo Mezzanone è diventato ormai un ghetto, una città nella città — è l’accorata denuncia del segretario Vigilante —. Pensato per 200 posti, contiene ormai 600-700 persone, ma soprattutto là fuori, sulla pista di quello che un tempo era un aeroporto, si sono accampati migliaia di immigrati e insomma è diventata una baraccopoli enorme. Là dentro trovi di tutto: ladri d’auto, spacciatori di droga, trafficanti di rame. Una terra di nessuno in cui è sempre più difficile entrare, visti i mezzi limitati di cui disponiamo».
«Se fosse successo il contrario, se cioè degli agenti avessero colpito un migrante, nessuno avrebbe esitato a urlare al razzismo — dice Francesco Pulli, il segretario nazionale del Sap —. E invece episodi del genere, purtroppo, a Borgo Mezzanone non sono nuovi e a spingere questa gente a delinquere è anche la consapevolezza di restare impunita. È necessario, invece, che chi sbaglia paghi. Bisogna tutelare soprattutto i nostri poliziotti su strada: penso alla possibilità di utilizzare il taser, ad esempio, la pistola elettrica che già in altre parti d’Italia è in via di sperimentazione».
«Dopo i fatti di mafia del 2017 (quando riesplose la faida del Gargano, ndr) sono arrivati un po’ di rinforzi — conclude Giuseppe Vigilante — . Ma le pattuglie in strada sono ancora troppo poche: tra questura e commissariati ce ne vorrebbero almeno cinque in più per ogni turno».