Corriere 9.10.18
«Lega e M5S la prova che noi possiamo andare al potere»
La leader della destra francese: la Ue ha fallito
di Andrea Ducci
Roma Signora Le Pen lei rivendica un’alternativa all’attuale Unione Europea. Da dove transita questo percorso e dove conduce?
«Siamo
davanti a un’Unione Europea incapace di mantenere fede alle promesse. I
valori e i principi ispiratori dei trattati sono stati disattesi e
soppiantati da una tecnocrazia, affidata a commissari anonimi e oscuri.
La tanto invocata solidarietà è servita solo per salvare le banche con i
soldi dei contribuenti. Ragione che ci spinge a creare una vasta
alleanza con i grandi partiti nazionali tra cui la Lega di Matteo
Salvini».
Marine Le Pen, leader di Rassemblement National, di
passaggio a Roma per un incontro con Matteo Salvini e per un’intervista
televisiva con Nicola Porro, riassume con toni impietosi lo stato di
salute della Commissione Ue e delle istituzione europee.
Bruxelles e le sue misure di austerità hanno indebolito l’Italia?
«Io
penso che i dogmatismi in campo economico siano uno degli errori
dell’Europa attuale. Ecco perché bisogna smetterla con le misure di
austerità, che sono socialmente devastanti e economicamente inefficaci».
Nei
giorni scorsi si è discusso delle misure in deficit adottate in Italia e
in Francia. Il debito italiano non consentirebbe margini. Ma il
rispetto dei conti e di regole uguali per tutti non è più valido?
«Il
livello dei nostri rispettivi debiti è preoccupante e tutto sommato non
così distante. Ma la ripresa economica non si ottiene con la corsa
all’austerità, ne è la prova la carneficina sociale in Grecia. Serve un
diverso modello. Non vogliamo muri, ma sono indispensabili degli argini
doganali per proteggerci, per esempio, dal dumping sociale, dalla
delocalizzazione. Dobbiamo preservare i nostri mercati nazionali e i
nostri campioni industriali».
L’avvio in Italia di un governo tra Lega e 5 Stelle è un vantaggio per il suo impegno politico in Francia?
«Il
punto è quello che Lega e 5 Stelle stanno realizzando. Un’evidenza di
due capisaldi politici: le nostre idee possono arrivare al potere, e,
che una volta al potere, possiamo davvero cambiare le cose. Matteo
Salvini attraverso una politica di fermezza è stato in grado di ridurre
l’immigrazione e scuotere l’Ue, mettendola di fronte alle sue bugie e
alle sue contraddizioni».
Salvini ha attaccato il commissario
Juncker invitando a «cercarlo su Google mentre barcolla», perché non
sobrio. Sono argomenti solidi per contestare l’Ue?
«Il fallimento
Ue é accompagnato dalla decadenza di coloro che portano avanti il
progetto europeista: la signora Merkel è rinnegata nel suo stesso
partito, Macron è in evidente difficoltà. I fatti sembrano chiari.
Juncker è un ex leader lussemburghese, che ha favorito pratiche di
“ottimizzazione fiscale”. Guardare i video su Juncker aiuta a giudicare
chi rappresenta l’Ue. Aggiungerei che il suo predecessore Barroso è
stato assunto in Goldman Sachs. Rapporti con la comunità finanziaria, a
dir poco, inquietanti».
Una sentenza sui falsi impieghi all’Europarlamento ha condannato i deputati del suo partito.
«É
una storia montata e non c’è alcuna condanna. Né tanto meno alcun
impiego fittizio o arricchimento personale, si tratta piuttosto di una
questione sull’interpretazione del ruolo di assistente parlamentare.
Siamo innocenti e contestiamo le accuse, attendendo con impazienza un
processo».
In Europa i tassi di natalità sono in calo e i
cittadini Ue crescono grazie al saldo migratorio. Senza questi flussi ci
saranno meno risorse per pensioni, stipendi pubblici, istruzione e
sanità.
«È un ragionamento fuorviante poiché considera l’uomo solo
come mezzo di produzione e di consumo. Attraverso una politica che
favorisca natalità possiamo risolvere i problemi demografici. La
soluzione non è importare disoccupati in Paesi che contano già milioni
di disoccupati».