Corriere 9.4.18
Il boom della Lega
È al 48% nel Nord-Est e supera il 22% al Sud
di Renato Benedetto
M5S cala ovunque, resiste sopra il 40% nel Mezzogiorno
Milano
Le proteste e i malumori che si sono levati da Nord contro il governo
gialloverde — prima contro il decreto dignità, poi contro la manovra —
sembrano aver colpito soprattutto il Movimento 5 Stelle, sorvolando
quasi senza danni l’alleato. Almeno alla prova dei sondaggi sulle
intenzioni di voto: la Lega nel Nord-Est sfiora la metà dei consensi
(48,4%); rispetto al 4 marzo, data delle elezioni politiche, il partito
di Matteo Salvini qui ha guadagnato 19 punti percentuali. Nella stessa
area il Movimento 5 Stelle di punti ne ha persi 6,8, per toccare il suo
minino, il 17%: neanche la metà dei consensi che la formazione di Luigi
Di Maio raccoglie al Sud. Orizzonte simile a Nord-Ovest: la Lega al
43,2% (+17,5 rispetto al 4 marzo) stacca il Movimento al 17,6% (giù di 6
punti dalle Politiche).
È al Nord, insomma, che il Carroccio
consolida il suo vantaggio sui 5 Stelle (a livello nazionale si tratta
del 33,8% contro il 28,5), come emerge dalle rilevazioni sulle
intenzioni di voto per aree territoriali realizzate da Ipsos. «La Lega
in qualche modo manifesta un atteggiamento più moderato — spiega Luca
Comodo, che dirige la divisione politico-sociale di Ipsos —, non
soltanto con alcuni esponenti di governo, si pensi al sottosegretario
Giorgetti, ma anche con esponenti del territorio che su temi come la
manovra, i mercati, i rapporti con l’Europa, si discostano dai toni più
radicali di Salvini e Di Maio». E questo spiega il sentimento — già
evidenziato dal «crediamo nella Lega» del presidente di Confindustria
Vincenzo Boccia — dei ceti imprenditoriali e produttivi del Nord,
«critici sulla manovra, perplessi di fronte ad atteggiamenti antieuropei
— prosegue Comodo — ma che continuano a vedere nella Lega un punto di
riferimento, oltre a una rete di relazioni, a livello territoriale, che
il Movimento non ha».
Ci sono poi altre ragioni, al netto del tema
migranti, del vantaggio leghista. Il Movimento — commenta Luca Comodo —
«paga la gestione della vicenda Genova e i giudizi negativi, al Nord,
sul reddito di cittadinanza». La Lega riesce invece a incassare, in
termini di consenso, gli utili della quota 100, la norma sulle pensioni:
«Un tema molto sentito al Nord, dove sono presenti in maniera rilevante
carriere continuative di lungo periodo, ma non solo al Nord». Infatti
anche nel Mezzogiorno il Carroccio cresce e si attesta tra il 22 e il
25%, un vero e proprio balzo rispetto alle ultime elezioni di 16 punti
percentuali. «Di fatto la Lega — sottolinea Comodo — al Sud sta
cannibalizzando Forza Italia, il cui elettorato si sta spostando in
misura rilevante verso il partito di Salvini». Gli azzurri perdono circa
6-8 punti dal 4 marzo. Fratelli d’Italia da 1,5 a 2,4 punti.
Staccati
a livello nazionale, i 5 Stelle tengono saldo il primato nel
Mezzogiorno. Nonostante il lieve calo del Centro-Sud (-2,9) e delle
Isole (-0,7), in queste due aree il M5S si attesta comunque oltre il
40%. È al 22,6% nel Centro-Nord, unica area del Paese — la zona
tradizionalmente definita «rossa», anche se i dem stanno perdendo negli
anni sempre più consensi — dove il Pd è sorpassato dal Pd (qui al 24%,
il suo record). Il partito guidato da Maurizio Martina ha avuto una
breve risalita, a livello nazionale, dopo la manifestazione del 30
settembre, ma nei sondaggi raccoglie consensi ancora lievemente
inferiori rispetto a quelli, già deludenti, del 4 marzo scorso.