martedì 9 ottobre 2018

Repubblica 9.10.18
I treni per Lourdes sono sempre meno: il Santuario rischia di morire
Lourdes va in crisi. Viaggi interminabili e treni fatiscenti
Pellegrinaggi scesi da 130 a 30 in pochi anni "Rincari costanti e condizioni disumane"
di Paolo Rodari

Tempi di viaggio paurosi, anche dieci ore più del previsto.
Soste che durano ore e ore, in stazioni secondarie francesi o in piena campagna transalpina, sotto il sole cocente o il gelo invernale, coi treni superveloci a cui viene continuamente data la precedenza. Aumenti costanti delle tariffe, oggi più che mai insostenibili. Il tutto aggravato da una stagione 2018 in cui i ferrovieri francesi hanno convocato giorni e giorni di sciopero, con i vagoni bloccati alla frontiera e rimandati indietro senza rispetto delle persone che viaggiavano. È quanto denuncia il Coordinamento nazionale pellegrinaggi italiani (Cnpi) che accompagna insieme a tante altre sigle gli ammalati a Lourdes, un tempo pellegrinaggio ambito, oggi momento di disagi insopportabili per i più deboli e per i malati tanto che i numeri sono in grande contrazione: si è passati da 130/135 treni speciali programmati nella stagione 2013 ai 112 treni della stagione 2014. E, ancora, dai 72 trasporti previsti per il 2015 ai 32 treni nel 2018. Una cifra bassissima, che si confermerà anche nel 2019: soltanto 30 i treni programmati con un crollo generale del 30 per cento di presenza di pellegrinaggi organizzati nella cittadina francese.
Don Paolo Angelino è presidente di Oftal (Opera federativa trasporto ammalati Lourdes). Dice: «I tempi di percorrenza penalizzano i malati. Insieme c’è il materiale rotabile delle ferrovie italiane a essere fatiscente: vagoni vecchi, obsoleti, sui quali spesso non funziona l’aria condizionata. Da dieci anni è così e va sempre peggio.
Impieghiamo anche sette ore da Milano a Ventimiglia, un viaggio che procede lentissimo coi convogli di altri treni che continuamente passano avanti». E ancora: «Per i malati il pellegrinaggio diviene un supplizio. Diversi devono essere curati, accuditi, cambiati, ma al ritorno dicono: "Mai più". È un’esperienza per molti traumatica».
Calvario. Così chi organizza i pellegrinaggi definisce l’andata a Lourdes: «Si tratta di persone che desiderano per un anno intero di partecipare come protagonisti ad un pellegrinaggio che vengono considerate meno di oggetti o cose inanimate da trasportare». In sostanza la denuncia è una: le ferrovie francesi considerano questi treni come dei carri merci, né più né meno. Il tutto nonostante il treno sia oggi l’unica possibilità per chi non sta bene per andare a Lourdes. Infatti, persone con situazioni di malattia grave, disabilità fisiche, Sla, respirazione artificiale, non avrebbero altro modo. Mesi fa le ferrovie francesi dicevano che i ritardi erano dovuti all’«ammodernamento della rete». Mentre oggi le spiegazioni non vengono neanche più fornite.
Gli organizzatori dicono ancora che «non è una questione semplicemente religiosa». È piuttosto questione «di rispetto dei diritti umani, diritti che la Francia ha insegnato al mondo, ma che le proprie ferrovie stentano a ricordare quando devono fornire un servizio a favore dei malati».