giovedì 4 ottobre 2018

Repubblica 4.10.18
Se Carfagna mette in riga Salvini
di Lavinia Rivara


Sono molti quelli che, in Europa e in Italia, provano a rimettere a posto Matteo Salvini. Ma finora nessuno lo aveva fatto con tanta efficacia e con un impeccabile aplomb istituzionale come ha fatto ieri Mara Carfagna presiedendo l’aula di Montecitorio. «Lei è libero di parlare ma non di attaccare il Parlamento» ha scandito, richiamando con voce ferma il ministro (e suo alleato elettorale) che provocava l’opposizione e reclamava il diritto di parola. E poi «le sembrerà strano, ma le regole valgono anche per lei...» ha aggiunto con un filo di sarcasmo la vicepresidente forzista della Camera. Touché.
Sorriso forzato di Salvini, applausi della sinistra per la "compagna" Mara.
Il vicepremier si era infilato nei guai da solo. Forse irritato da una interrogazione del Pd contro le violenze neofasciste non aveva resistito alla tentazione di vendicarsi attaccando, con un «curioso questo question time, dove sono presenti in aula più parlamentari di maggioranza che di opposizione».
Inevitabile la protesta dei dem, pronti a rinfacciargli il suo assenteismo a Strasburgo.
È toccato a Carfagna allora difendere il Parlamento dalle accuse di fannullaggine. E far notare che molti deputati, anche di maggioranza, erano impegnati nelle commissioni.
Certo resta l’imbarazzo di un’aula semivuota in diretta tv. Ma anche quello di un question time (in teoria lo strumento dell’opposizione per controllare il governo), usato come passerella da Salvini. Grazie alla interrogazione che gli aveva confezionato la leghista Sara De Angelis sulle misure anti migranti. Ascoltata la risposta-spot del ministro lei si è detta «soddisfatta e orgogliosa». Un po’ come Alberto Sordi nella Grande guerra: il rancio è sempre "ottimo e abbondante".
Lei è libero di parlare ministro, ma non di attaccare il Parlamento Le sembrerà strano ma le regole valgono anche per lei...