Repubblica 27.10.18
l sindacato
Cgil, resa dei conti sulla
successione a Camusso Oggi il direttivo Landini è il candidato della
segretaria uscente ma Colla potrebbe avere maggiore consenso tra i
membri del "parlamentino" confederale
Torino
di Paolo Griseri
L’esito
finale è, almeno teoricamente, scontato. Piuttosto conterà con quale
maggioranza Susanna Camusso uscirà dal direttivo di oggi che ha per
oggetto , tra gli altri, il nome del suo successore. Soprattutto sarà
importante capire se si arriverà a un voto. Perché è anche possibile una
sorta di surplace, come quella dei ciclisti nel velodromo dove chi fa
la prima mossa quasi sempre perde.
La mossa di Camusso di
annunciare via Facebook il nome di Maurizio Landini come candidato
segretario generale ha provocato qualche turbamento nell’organizzazione.
E anche una raccolta di firme per chiedere la convocazione del
direttivo. Per il metodo prima ancora che per il nome scelto. In
alternativa all’ex segretario della Fiom si prepara la candidatura di
Vincenzo Colla che ha una biografia simile a quella di Landini: emiliano
( di Piacenza mentre il candidato della segreteria è di Reggio Emilia),
metalmeccanico ( ambedue, ironia della sorte, con un’esperienza da
saldatori), sessantenne. Mentre Landini è stato lanciato da Camusso,
Colla non si è ancora ufficialmente candidato. Tanto che il 24 ottobre
scorso la segretaria generale ha avuto buon gioco a dire: «In campo c’è
una proposta che ha fatto la grande maggioranza della segreteria. Non mi
risulta ce ne siano altre».
Formalmente è certamente così, nella
realtà tutti sanno che i giochi sono ancora aperti. E questa mattina,
nel direttivo nazionale, il confronto si annuncia serrato. La riunione è
convocata alle 9 nella grande sala sotterranea della sede di Corso
d’Italia. I rumors della vigilia dicono che potrebbe essere presentato
un ordine del giorno di censura del comportamento di Camusso che,
secondo i sostenitori di Colla, non avrebbe rispettato il mandato del
precedente direttivo, con « una mossa incauta » . Una battaglia di
merito che, come spesso accade in Cgil, si svolge con una discussione di
metodo.
La divaricazione tra i due contendenti è sul modo di fare
sindacato. E anche sul rapporto con la politica. I colliani, come il
segretario dei chimici Emilio Miceli, contestano la proposta della
«coalizione sociale » lanciata da Landini negli anni scorsi. E
contestano « il contratto dei metalmeccanici che eleva il benefit al
rango di retribuzione» insinuando che quell’accordo, firmato da Landini
con Fim e Uilm dopo anni di contrapposizioni, sia stato « un necessario
pedaggio pagato per rientrare in gioco».
La risposta dei
landiniani è nell’accusa a Colla di essere espressione di un
sindacalismo superato, che non sa parlare alle nuove generazioni e ai
precari, che fa del rapporto con i partiti della sinistra un asse
privilegiato.
Lo scontro diventerà voto al termine di una riunione
che si preannuncia lunga e combattuta? Forse no. Sicuramente i
sostenitori di Landini non hanno bisogno di fare la prima mossa.
Sembrano forti del sostegno di categorie importanti come i
metalmeccanici, la funzione pubblica e il commercio. In teoria
toccherebbe ai sostenitori di Colla muoversi ma un loro ordine del
giorno che venisse bocciato finirebbe per rappresentare la fine della
partita. La situazione è comunque molto incerta. Al punto che nei
congressi territoriali alcuni candidati landiniani, come il veneziano
Enrico Piron, sono stati inaspettatamente bocciati. Ben più clamorosa la
sconfitta di Guido Mora, segretario di Reggio Emilia, che ha perso
nella città di Landini. Baruffe locali o un segnale ai vertici
nazionali?