Repubblica 26.10.18
Tra i ragazzi torna l’eroina "Costa poco e si fuma ecco perché non è più tabù"
I Sert: il mercato è capillare e incontrollabile un fast food dello sballo, e il più pericoloso è quello virtuale
di Maria Novella De Luca
Roma
Ci eravamo abituati a non sentirla più quella parola, "overdose".
L’avevamo consegnata, insieme alle immagini lugubri di lacci emostatici e
braccia solcate dai buchi, a un’era tossica di morti e feriti che
speravamo dimenticata per sempre. Invece no. L’eroina è tornata. A
prezzi stracciati, 10 euro per una dose in vena, 5 euro per tre "
fumate". È pessima, dicono preoccupati nei Sert, tagliata con ogni tipo
veleni. Ma soprattutto ai ragazzi non fa più paura. Forse perché la
memoria delle " stragi" degli anni Settanta e Ottanta è storia di ieri
per gli adolescenti di oggi. O forse perché l’eroina, nell’epoca del
policonsumo, della sperimentazione selvaggia di sostanze, è percepita
come una droga tra le altre. Con la differenza però che di eroina si
muore. E si diventa dipendenti. Pensate a Desirée. Pensate a Pamela.
Secondo
i dati "Espad" del 2017, il consumo frequente di eroina tra i giovani
non supera lo 0,7%. Ma i più problematici ci restano incastrati. E
"l’ero" così come ogni tipo di droga ormai si trova ovunque, in uno
spaccio capillare senza più zone franche. Spacciata da pusher che
s’infiltrano feroci in ogni ambito frequentato da ragazzini.
In un
panorama dove le droghe costano nulla, dieci euro per tre spinelli o
una pasticca di ecstasy, 50 euro per un grammo di cocaina. Mercati di
strada a cui si sommano ormai mercati online dove è possibile comprare
ogni tipo di sostanza. E corrieri che consegnano a domicilio per una
manciata di euro con la stessa celerità dei riders della "Gig" economy.
È
questa la geografia tossica che dalle grandi piazze di spaccio, da
Rogoredo a Scampia a Tor Bella Monaca, si dirama tra strade, scuole
medie e addirittura accanto agli oratori, in un’offerta di mai così
economica. E dunque a portata delle tasche di teenager policonsumatori
sempre più giovani. Riccardo Gatti, psichiatra e psicoterauta, dirige
l’area dipendenze delle aziende socio sanitarie "Santi Paolo e Carlo" di
Milano. La sua analisi è amara: «Scopo del mercato criminale è quello
di fidelizzare i clienti, tenerli legati il più a lungo possibile,
esattamente come farebbe un supermercato o un fast food». E in questo
l’eroina che crea dipendenza fisica, a differenza di altre sostanze, è
l’agghiacciante " investimento sicuro" del mercato criminale. Del resto,
come spesso ha ricordato Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, una
delle più famose comunità terapeutiche italiane, « il funerale
dell’eroina è stato celebrato troppo presto » . E nei Sert e nei centri
di disintossicazione, dopo decenni, sono tornati anche i giovanissimi. «
L’eroina in realtà non è mai scomparsa. Ma la differenza è che il
mercato è ormai incontrollabile perché somma più piazze di sballo, e
dove forse quella più pericolosa è virtuale. Il problema però — dice
Gatti — non è soltanto il controllo del territorio che spesso è carente,
o i servizi per le dipendenze che per fortuna in Italia funzionano
ancora. Il problema è la domanda crescente di droghe da parte della
società in generale e dei giovani in particolare». In una percezione
diffusa e sbagliata ormai « sulla non pericolosità delle sostanze » .
Eroina compresa, i cui spettri di morte sembrano non fare più paura.
Marco Sirotti, psicoterapeuta, da anni si occupa di
tossicodipendendenza. « Come li curiamo? Farmaci, metadone,
psicoterapia, rieducazione, lavoro. In comunità aperte e non più chiuse.
Con percorsi brevi. Ma la verità è che oggi come ieri si salva soltanto
chi ne vuole uscire a tutti i costi ».