venerdì 26 ottobre 2018

La Stampa 26.10.18
Cocaina a 12 anni
La prima volta spaventa Torino
“E’ un’emergenza”
di Massimiliano Peggio


«La cocaina mi fa sentire onnipotente». «Mi fa superare i limiti». «Mi rende un leader». Così dicono i baby-tossici, giustificando la loro dipendenza da cocaina. Adolescenti sotto i 18 anni. Per lo più consumatori di cocaina fumata, sotto forma di crack, inalata con bottiglie e cannucce. A volte lo fanno in gruppo, come rituale. Chi vi partecipa finanzia l’acquisto delle dosi versando una quota. Con i soldi della paghetta dei genitori, rubando in casa o rapinando i coetanei. Un fenomeno in crescita che ha messo in allarme il servizio per le tossicodipendenze della prefettura. «Una criticità emergente - si legge nell’ultima relazione - è quella dei giovanissimi segnalati più volte per cannabis o per la prima volta, ma per sostanze quali la cocaina».
I prezzi bassi
Sono 15 i minorenni segnalati nel 2017 come consumatori di cocaina agli uffici «Not» della prefettura, il nucleo operativo tossicodipendenze che tratta i procedimenti amministrativi a carico delle persone fermate dalle forze dell’ordine nei controlli routine, e trovate in possesso di stupefacenti per uso personale. Un dato che non ha precedenti in passato. «In genere si tratta di assuntori di cocaina fumata e che viene tracciata nel corso delle analisi - spiega la dottoressa Emanuela Rivela, neuropsichiatra infantile - In effetti stiamo registrando un incremento di casi e un abbassamento dell’età. Ciò è dovuto a vari fattori. La facilità di reperire la droga e i prezzi contenuti favoriscono il consumo».
Le fasce di età
Non più solo i cannabinoidi, dunque, tra gli stupefacenti in voga tra i minori. Nel 2017, allargando il ventaglio delle droghe, sono stati 11 i minori, nella fascia 0-14, segnalati in prefettura come consumatori. E 254 tra i 15 e i 17 anni. Uno dei casi più gravi registrati a Torino è stato quello di un dodicenne, seguito dell’Asl della zona Nord. «Questo caso - dice la dottoressa Rivera - non rientra tra quelli della prefettura ma può essere definito come uno dei più impegnativi avvenuti in città. Perché il ragazzino ha sviluppato una dipendenza da crack irrefrenabile».
La cocaina, assunta tra i 15 e i 21 anni rischia seriamente di compromettere le funzioni cerebrali, ancora in fase di sviluppo in quella fascia di età. «Il guaio è che la cocaina fumata sviluppa una fortissima dipendenza. Più se ne consuma e più si ha voglia. Dà un piacere intenso. Ma gli effetti sono devastanti. A lungo andare si sviluppano forme incontrollabili di impulsività».
I controlli
I minori segnalati in prefettura sono stati controllati «in stazioni ferroviarie, alle frontiere nei periodi di vacanza, nei luoghi di ritrovo, come i giardinetti pubblici, nella scuole o in discoteca». Anche il dato nazionale dei baby-tossici è in costante crescita: la quota di minorenni, che dal 7,9% del 2008 è passata al 10,3% nel 2013, ha raggiunto quasi il 12% nel 2017. Lo scorso anno il Piemonte ha avuto il maggior numero di segnalati: 4.535 contro i 4.510 del Lazio e i 3.870 della Sicilia.
Il procedimento amministrativo, istruito dalla prefettura dopo la segnalazione, differisce a seconda dei casi: può essere archiviato con un invito a non fare più uso di droga, proseguire con la proposta di affidamento volontario o sfociare in sanzioni. Per i minorenni la sfida è più difficile. «La dipendenza da cocaina non può essere contrastata con una vera cura medica. E i consumatori minorenni non si aprono facilmente al dialogo. Bisogna partire da lontano, usando l’approccio degli educatori, per poter arrivare al cuore dei loro problemi e prima di affidarli alle cure di uno psicologo».