giovedì 25 ottobre 2018

Repubblica 25.10.18
La protesta
Al liceo Mamiani l’occupazione è “flessibile” e fino a sabato
di Alessandra Paolini


È un’occupazione di quelle “flessibili” quella del Mamiani, dove il cancello in ferro con una piccola grata come nei conventi di clausura, si apre e si chiude di continuo. Si spalanca ai ragazzi che vogliono entrare e unirsi alla protesta, e a quelli che vogliono tornare a casa «perché sennò mamma si preoccupa e papà se prendo 5 in condotta “ m’ammazza” » . Ieri in questo secondo giorno di colpo di mano, quando alle 4 del pomeriggio di martedì un paio di centinaio di ragazzi “orfani di un sogno che va ricostruito”, sono entrati anche i cornetti. Colazione, dopo la prima notte di un’occupazione, in cui s’è cantato, ballato e probabilmente dormito poco.
Ha gli occhi cercati anche lei. Una nottataccia per Tiziana Sallusti, la preside che i ragazzi hanno scritto sul comunicato stampa, « stimano » , non si dà pace. È già davanti al portone alle 6 del mattino. Cerca di mediare, di parlare con i ragazzi e convincerli che è sbagliato occupare. « È una cosa illegale e pure pericolosa — dice — per loro stessi che nella maggior parte sono minorenni e nessuno li controlla, perché pieno di studenti di altre scuole che non conosco. E perché lì, dentro le aule ci sono computer e lim ( lavagne interattive multimediali,
ndr) che costano un sacco di soldi. E all’ultima occupazione i danni fatti sono stati enormi». Ma i ragazzi, capiscono le sue motivazioni, ma resistono.
Alle 10 in via delle Milizie insieme al coro festante di chi sta dentro “ Siamo tutti antifascisti” c’è anche il coro dei tanti mamianini contrari all’occupazione. «In questa scuola siamo quasi 1200 studenti, ad occupare saranno stati al massimo in duecento. E non è giusto — spiega Gabriele — Oggi avrei dovuto presentare il programma delle liste studentesche e come me anche gli altri candidati. Così adesso, nessuno avrà la possibilità di esprimere democraticamente le proprie idee e questo va contro gli ideali di cui parlano loro».
C’è anche la polizia, sul viale. Non per sgomberare. « Sono ragazzini, non è il caso » , dice un agente « Ma questa è una strada, ci passano le macchine e non può essere piena di gente che aspetta. Ad aspettare ci sono gli studenti indecisi « entro o non entro ». Alcuni genitori in apprensione «Ma almeno vieni a casa a fare la doccia » . E i docenti che non possono lavorare. Intanto nel grande cortile del liceo dei primi del Novecento è cominciato un corso di Franco Russo, filosofo ed ex deputato di Rifondazione comunista. È uno degli ospiti invitati dai ragazzi per parlare di antirazzismo e rivoluzione, il primo di tanti incontri organizzati da qui a venerdì prossimo. Poi, sabato fine dell’occupazione con una manifestazione davanti al ministero della Pubblica Istruzione. La lezione sul ‘ 68 viene però interrotta. Alcuni genitori hanno fatto notare a Russo che parlare pubblicamente davanti ad un gruppo di minori è vietato.
Pausa. Si riprenderà nel pomeriggio. È anche ora di pranzo. Il cancello si apre: è il momento di fare entrare pane e salame.