il manifesto 25.10.18
Mamiani occupato: «La scuola degli studenti è l’antidoto ai femminicidi»
Nel
cortile del liceo classico di Prati ragazze e ragazzi discutono di
politica. La palestra ospita un’assemblea cittadina con altre scuole
romane. Obiettivo: scrivere un manifesto di proposte e linee guida per
una mobilitazione contro il governo
di Giansandro Merli
ROMA
Ai due lati del portale d’ingresso arancione del liceo classico Mamiani
sono appesi due striscioni. Uno dice: «Mai con Salvini». L’altro:
«Sinistra fatti avanti». Ce n’è anche uno al centro: «Mamiani occupato».
Da martedì sera, la scuola è sotto il controllo degli studenti. Nel
cortile ragazze e ragazzi discutono di politica. La palestra ospita
un’assemblea cittadina con altre scuole romane. Obiettivo: scrivere un
manifesto di proposte e linee guida per una mobilitazione contro il
governo.
L’INTERNO DELL’EDIFICIO storico è pulito e tenuto con
cura. L’accesso ai piani superiori è bloccato per evitare danni. «Ci
teniamo a mostrare che ci stiamo prendendo cura della nostra scuola,
perché quest’occupazione è diversa», racconta un ragazzo alto e robusto
che si occupa di non far entrare «gli esterni».
«A VOLTE GLI
STUDENTI che protestano sono accusati di farlo da una posizione comoda
perché non vivono il disagio del Paese – racconta Giacomo, 18 anni – Noi
abbiamo voluto dirlo subito: sappiamo di avere più opportunità di tanti
altri ragazzi. Ma proprio per questo ci sentiamo investiti della
responsabilità di fare qualcosa di positivo per tutti». Anche Francesco
frequenta il quinto anno: «L’occupazione viene da un lungo percorso di
discussione e analisi dei problemi italiani ed europei. Le soluzioni
facili proposte dal governo, con le continue accuse al nemico più facile
da individuare, non ci convincono. Questa protesta è anche una forma di
sensibilizzazione verso tanti studenti che hanno perso fiducia nella
politica. La politica è questa: parte dai giovani e ha l’obiettivo di
far vivere meglio le persone». I ragazzi hanno le idee chiare: di questi
tempi non basta occuparsi delle questioni studentesche, c’è bisogno di
uno sguardo più ampio. Rebecca, 17 anni: «I femminicidi continuano ad
aumentare. Dire che serve più polizia serve solo a nascondere il
problema. Bisogna prevenire le violenze e ciò si può fare solo
attraverso la scuola. Educando le persone di più e meglio. La scuola è
il luogo in cui si formano le coscienze civili e politiche dei cittadini
del domani».
«SALVINI E DI MAIO – afferma Francesco – non hanno
alcuna prospettiva sul futuro. Le misure del governo non risolvono i
problemi. Ad esempio, il reddito di cittadinanza dei 5 Stelle dovrebbe
eliminare la povertà, ma è semplicemente un incentivo alla
precarizzazione. Non aiuta le persone in difficoltà, ma finanzia
l’immissione in un mercato del lavoro precario, obbligando ad accettare
condizioni di lavoro improbabili.» E aggiunge: «Avere una prospettiva
significa, ad esempio, investire nella ricerca per le energie
rinnovabili o nel patrimonio culturale. Abbiamo tante teste che
potrebbero creare un nuovo mercato del lavoro, che parta dal basso,
dagli studenti».
LA DIRIGENTE SCOLASTICA e alcuni professori hanno
provato ieri a convocare gli studenti contrari alla protesta, per
interromperla. «Alla fine, erano solo una quarantina, mentre altri 200
volevano partecipare ai corsi autogestiti. Così, non hanno potuto
fermarci», raccontano i ragazzi. Si dicono dispiaciuti per la mancanza
di cooperazione di figure che stimano e con cui avrebbero voluto
collaborare. L’occupazione dovrebbe terminare sabato 27 ottobre. Gli
studenti parteciperanno al corteo che partirà da piazza della
Repubblica. «Ma andremo avanti: a novembre vogliamo lanciare un’altra
data studentesca».