Repubblica 24.10.18
Il combattente contro l’Asse
Addio a Rønneberg il partigiano norvegese che fermò l’atomica d’Hitler
Kirk Douglas lo impersonò nel film "Gli eroi di Telemark" Sabotò un impianto idroelettrico. È morto all’età di 99 anni
di Andrea Tarquini
BERLINO
Kirk Douglas lo impersonò nel celebre film di guerra Gli eroi di
Telemark con anche Richard Harris, storici ed esperti militari di tutto
il mondo lo consultarono per decenni per imparare da lui. Ora è morto,
lui Joachim Rønneberg, comandante partigiano norvegese addestrato dai
britannici, lui massimo eroe della Resistenza nordica contro
l’occupazione nazista. Si è spento sereno a 99 anni, lui che nel 1943
con commando di partigiani riuscì ad attaccare e distruggere a Telemark,
appunto nella Norvegia occupata, l’impianto supersegreto in cui il
Terzo Reich produceva l’acqua pesante, componente indispensabile alla
bomba nucleare. In altre parole, il mondo ha detto addio all’eroe
taciturno che fermò la costruzione dell’atomica di Hitler e quindi ebbe
un ruolo decisivo nella vittoria finale degli Alleati contro l’Asse
nella seconda guerra mondiale.
«Abbiamo perso uno tra i nostri
patrioti ed eroi più valorosi, che egli resti nella Memoria dei giovani
del mondo», ha detto commossa questo lunedì la prima ministra norvegese,
la leader conservatrice Erna Solberg, nella solenne cerimonia di
commemorazione, che ha proclamato il lutto nazionale.
Rønneberg
aveva allora appena 23 anni. L’efficiente resistenza norvegese aveva
scoperto che i nazisti lavoravano all’atomica usando materie prime
reperibili per loro solo nel Paese scandinavo occupato. Allora si fece
portare a Londra, ricevette un addestramento di prima classe dallo
Special operations executive, il servizio segreto militare per le azioni
di sabotaggio dietro le linee dell’Asse, insieme a un commando di altri
partigiani norvegesi. Un aereo della Royal Air Force li paracadutò
nella notte presso Telemark, dove li attendevano altri reparti speciali
della resistenza. «Andò tutto liscio, benissimo, fu un sogno», disse
decenni dopo Rønneberg in una lunga intervista televisiva. Lui e i suoi
commando riuscirono velocissimi a entrare nell’impianto nazista, posero
le potenti cariche esplosive. E lui all’ultimo decise di accorciare la
miccia da una durata di minuti a pochi secondi: rischiò la vita perché
voleva essere sicuro che l’operazione avesse successo.
Poi riuscì a fuggire in sci fino al territorio della Svezia neutrale salvandosi dalla rabbiosa vendetta hitleriana.
I
nazisti non si ripresero mai dal colpo: nel 1943, già a mal partito sul
fronte russo e in Africa, mancavano loro soldi e uomini per ricostruire
l’impianto. Nel dopoguerra Rønneberg visse tranquillo e appartato, e a
chi gli offriva (come Hollywood) ingaggi e ricompense, forniva solo
informazioni per i film. «Ho solo fatto il mio dovere», fu il suo motto
fino all’ultimo. Addio, eroe di Telemark.