Repubblica 24.10.18
CasaPound, minacce ai militari ed è lite sul blitz mancato
Stop all’ispezione della Finanza nella sede del movimento occupata da anni. Indagano i pm
di Lorenzo D’Albergo
Il
palazzo all’Esquilino. La sede romana di CasaPound, un palazzo occupato
nel 2003, si trova in via Napoleone III, a due passi dalla stazione
Termini
Roma, Nella sede di CasaPound, sei piani per un
totale di 60 vani occupati da 15 anni a due passi dalla stazione
Termini, da ieri l’aria si è fatta pesante. Ora ogni uscita pubblica va
calibrata alla perfezione, perché sulla mancata ispezione della Finanza
al quartier generale dei "fascisti del terzo millennio" è scattata una
doppia indagine. La procura e la prefettura vogliono vederci chiaro,
vogliono capire perché le Fiamme Gialle inviate lunedì pomeriggio in via
Napoleone III dalla Corte dei Conti alla fine abbiano dovuto rinunciare
alle verifiche richieste dai pm e peraltro concordate da almeno una
settimana con gli stessi militanti di ultradestra.
Dovevano
ispezionare l’immobile, i suoi spazi comuni, e acquisire le planimetrie
per poi determinare l’eventuale danno causato all’erario da chi abita
abusivamente nel palazzone di proprietà del Demanio e del Miur. Una
missione cancellata sul nascere e terminata con le strette di mano tra
gli agenti della Digos, i mediatori, e i militanti di CasaPound: quando
gli ispettori sono arrivati sul posto, come raccontano i magistrati
contabili, si sono trovati di fronte a «un atteggiamento molto duro di
chiusura » . Un «qui non si entra» che, come dovrà stabilire
l’informativa richiesta dalla procura, sarebbe stato condito pure da
minacce ai militari: « Rischiate un bagno di sangue».
Dall’altra
parte c’è la versione del presidente di CasaPound. Gianluca Iannone non
ci sta, si autoassolve ( « nessun danno erariale » ) e poi parte
all’attacco: « Non ci sono state minacce, nessuno sgombero in vista » .
Il numero uno delle " tartarughe", poi, conferma le singolari regole di
ingaggio della visita della Finanza: «Ci siamo limitati a concordare le
modalità per il controllo nello stabile» . Infine l’accusa ai
giornalisti: « Non era possibile garantire minime condizioni di dignità
per le 18 famiglie residenti, vista l’inopportuna presenza di una folla
di telecamere». Insomma, a sentire Iannone, l’ispezione sarebbe saltata
per la presenza in strada di due cronisti e quattro fotografi. A questo
punto, per risolvere il caso, si attende che la Finanza metta nero su
bianco il suo racconto.
Nel frattempo è la politica a parlare. «
Sono antifascista e contro l’occupazione illegale di Casapound » , ha
ricordato ieri sera la sindaca Virginia Raggi dopo un bisticcio su
Twitter con Davide Di Stefano, fratello di Simone, segretario del
partito di estrema destra. La grillina oggi tornerà sul caso
nell’incontro con la prefetta Paola Basilone, a sua volta rimasta
stupita dal blitz cancellato all’ultimo secondo. Dal Pd e LeU, invece,
arrivano attacchi a Matteo Salvini, il vicepremier leghista: « Il
ministro — si chiede il deputato Pd Morassut — sgombera solo i
poveracci? È il momento di ripristinare la legalità».
Come
ricostruito dall’Espresso nell’inchiesta che ha portato all’avvio
dell’indagine per danno erariale, l’occupazione del palazzo che in era
fascista ospitava l’ente per l’I-struzione media e superiore va avanti
dal 27 dicembre 2003. Quindici anni in cui nessuno ha mosso un dito: il
Miur presentò subito una denuncia in prefettura. Un esposto vanificato
dai rimpalli sulla proprietà dell’immobile. Nel 2009, con Alemanno
sindaco, lo stabile era stato incluso in un pacchetto di beni da
inserire nel patrimonio capitolino. Ma l’operazione saltò tra le
proteste delle opposizioni.
L’ultimo a lavorare sul palazzo nel
cuore dell’Esquilino è stato il commissario Francesco Paolo Tronca:
inserita nella lista dei 93 edifici occupati a Roma, la sede delle
"tartarughe" è però rimasta fuori dall’ultima shortlist. Non è a rischio
crollo, non ci sono emergenze sanitarie o decreti di sgombero. Ma già
oggi la situazione potrebbe cambiare: la procura vuole sapere, la
prefettura ha chiesto informazioni a questura e Finanza, il Comune
spinge per lo sfratto e la Corte dei Conti per completare la sua
indagine. Stavolta senza preavviso.