Repubblica 16.10.18
Psichiatri a congresso
Così la depressione peggiora gli esiti di infarto e cancro
di Valeria Pini
TORINO
La depressione, quando legata o conseguenza di altre malattie, è spesso
sottovalutata. Eppure infarto, ictus, diabete, patologie neurologiche e
oncologiche sono in grado di far ammalare di più: se il dato dei
pazienti depressi è del 5% nella popolazione generale, sfiora il 40% in
caso di comorbidità. Ma vale anche il processo inverso: soffrire di
depressione maggiore, soprattutto se ricorrente, come avviene nel 60%
dei casi, è sicuramente un fattore di rischio di sviluppo delle stesse
patologie: aumenta, ad esempio, la probabilità di infarto di circa tre
volte rispetto a persone che non ne sono affette. Sono questi i dati
presentati al Congresso nazionale della Società italiana di psichiatria
(Sip), in corso a Torino.
« La depressione aumenta il rischio di
cardiopatia ischemica anche attraverso meccanismi legati al
comportamento: eccessi dietetici, troppo fumo o sedentarietà. Ci si
ammala anche dopo un infarto, accade nel 20- 30% dei casi nelle prime
settimane. Diversi studi dimostrano che la presenza di depressione
aumenta di tre- quattro volte la mortalità», spiega Bernardo
Carpiniello, presidente Sip.
La presenza di più patologie accorcia
i tempi di sopravvivenza. Nei pazienti con tumore, ad esempio, aumenta
il rischio di suicidio. Si diventa più fragili per la riduzione delle
difese immunitarie, e anche perché il paziente depresso tende a non
curarsi. Esiste inoltre un problema di genere. «Per quanto riguarda, ad
esempio, le patologie cardiovascolari – spiega Claudio Mencacci,
direttore del dipartimento di Neuroscienze al Fatebenefratelli- Sacco di
Milano – sappiamo che sono la causa di oltre un terzo delle morti fra
le donne. Già nel 2020 la comorbidità fra depressione e malattie
cardiovascolari sarà la prima causa di disabilità al mondo e le donne
affronteranno un rischio doppio».