Repubblica 16.10.18
Bravo chi legge
Almeno 80 libri la biblioteca perfetta dei sedicenni
Uno studio australiano collega il numero di volumi che si hanno in casa da ragazzi alle prestazioni da adulti
di Giuliano Aluffi
Avere,
da adolescenti, uno scaffale domestico ben fornito di libri dà una
marcia in più nella vita: i ragazzi che hanno avuto almeno 80 libri in
casa oggi hanno competenze linguistiche, matematiche e tecnologiche
superiori alla media. Lo suggerisce uno studio, pubblicato su Social
Science Research, che riguarda 160 mila adulti da 31 nazioni, con dati
raccolti dal Programme for the International Assessment of Adult
Competencies dell’Ocse.
«Nel 2010 avevamo visto, con dati da 27
Paesi, che crescere in una casa fornita di libri aiuta i giovani ad
avere tre anni in più di studi rispetto a chi cresce senza libri,
indipendentemente dalla cultura e classe sociale dei genitori. In un
secondo studio abbiamo visto che, indipendentemente dall’istruzione
scolastica, chi cresce in un ambiente domestico ricco di libri, avrà un
lavoro più remunerato» spiega la prima autrice dello studio, Joanna
Sikora, sociologa dell’Australian National University di Canberra.
«Rimaneva
da verificare l’effetto del crescere tra i libri sulle competenze in
età adulta: l’abbiamo trovato, con risultati del tutto simili tra i vari
Paesi».
Lo scaffale domestico, secondo lo studio, non aiuta
soltanto ad acquisire abilità cognitive aggiuntive rispetto a quelle
fornite dalla scuola, ma anche a sviluppare una passione che dura per
tutta la vita. «Non è importante soltanto l’atto del leggere, ma anche
apprezzare i libri come oggetti, discuterne in famiglia o con gli amici,
e soprattutto identificarsi nella lettura: pensare a sé stessi come
persone che amano i libri». È una sorta di “imprinting” con i libri, che
deve avvenire preferibilmente nel periodo della vita in cui si decide
chi si è e chi si vuole essere. «Sappiamo che chi ha molti libri in casa
avrà maggiori probabilità di leggere saggi, in particolare di
divulgazione scientifica, narrativa e poesia» spiega Sikora. «Ma in
realtà qualsiasi tipo di coinvolgimento con il libro è utile per
aumentare il proprio vocabolario e le proprie abilità cognitive. C’è
anche un aspetto di scelte future legate all’identità personale: se ti
vedi come un amante dei libri, ciò ti porterà a preferire, nella vita,
certe attività rispetto ad altre: nel tuo stile di vita includerai il
piacere e lo stimolo intellettuale della lettura». Anche al di là della
formazione istituzionale: «I dati raccolti ci dicono che chi non è
riuscito ad andare all’università, se ha avuto una quantità sufficiente
di libri in casa a sedici anni, da adulto non sarà meno competente di un
laureato che ha avuto pochi libri attorno a sé da ragazzo». Lo studio
riguarda chi è stato adolescente tra il 1950 e il 1995, quando il libro
esisteva in sola forma cartacea. Avremo lo stesso effetto positivo anche
per generazioni di nativi digitali «È vero che oggi gli adolescenti
consultano una pluralità di media diversi, con una preferenza per lo
smartphone», ammette la sociologa australiana, «ma credo che continuerà a
esserci una differenza di competenze e di opportunità tra chi cresce in
mezzo a libri cartacei e gli altri».