lunedì 15 ottobre 2018

Repubblica 15.10.18
Se l’Europa resta senza capi cresce il consenso di Putin e Trump
La cancelliera tedesca Angela Merkel rimane la più stimata dagli italiani (46%) Male Macron, Le Pen e Orban
di Ilvo Diamanti


Raramente in passato gli italiani hanno osservato la politica internazionale con altrettanta attenzione rispetto ad oggi. Tuttavia, tutto cambia in fretta e profondamente, intorno a noi. E il governo giallo-verde fa la sua parte, in tutto questo. Cerca, cioè, di partecipare a questo cambiamento. Di "cambiare", in particolare, l’Europa. O meglio. La UE. Così è interessante osservare la Mappa dei leader "globali", disegnata dalle percezioni degli italiani. In una fase di grande cambiamento. Come confermano – in modo molto evidente – le elezioni in Baviera. Si tratta di un risultato che rischia di produrre effetti critici anche per il governo di Angela Merkel. E, dunque, per l’Europa. Perché l’Europa che conosciamo è incardinata sull’asse franco-tedesco.
Questo quadro si riflette anche nel "sentimento" degli italiani, come mostra il sondaggio dedicato ai leader "globali", condotto da Demos nelle scorse settimane.
Il consenso nei confronti della cancelliera tedesca, in particolare, appare molto elevato, fra gli italiani: 46%. La stessa misura rilevata un anno fa. Nel maggio 2017. Dopo di lei, seguono i presidenti delle due potenze globali. Donald Trump e Vladimir Putin. A capo, rispettivamente, degli USA e della Russia. Il favore verso Putin, in particolare, è cresciuto sensibilmente. Oggi è apprezzato dal 41% degli italiani: 6 punti più di un anno fa. Mentre Trump oggi piace al 30%. E ottiene, comunque, una crescita di 4 punti, nell’ultimo anno.
In fondo alla graduatoria incontriamo i due "capi" francesi: il presidente Emmanuel Macron e la leader del Front National Marine Le Pen. Antagonisti, l’uno rispetto all’altra. Ma accomunati da un basso livello di gradimento, tra gli italiani. Entrambi intorno al 25%. Un dato che riflette, tuttavia, due tendenze diverse. Anzi, divergenti. Marine Le Pen, infatti, appare in crescita, mentre Macron crolla: 14 punti in meno rispetto al 2017. All’indomani della sua elezione. Il presidente ungherese, Victor Orbán, infine, registra un gradimento molto basso: 18%. E non solo perché meno conosciuto degli altri. Fra tutti i leader considerati, dunque, il mutamento d’opinione più rilevante riguarda il presidente francese, Emmanuel Macron. Che subisce un calo sensibile di consensi presso la base di tutti i principali partiti. Anzitutto, fra i più vicini al PD e al M5s. Un anno fa, i più favorevoli nei suoi riguardi. Oggi non più. A causa delle sue "chiusure" nei confronti dell’Italia. Non solo politiche.
Perché la Francia di Macron ha "chiuso" le sue frontiere ai movimenti migratori dall’Italia. E oggi minaccia di rimandare nel nostro Paese un numero elevato di migranti arrivati negli ultimi anni.
Macron, inoltre, è fra i sostenitori della "rottura" fra l’Italia e la UE – ben assecondato, peraltro, dal governo italiano. Infine, sta sfruttando la persistente crisi in Libia per emarginare il nostro Paese da quell’area. Strategica, per le risorse che offre, ma soprattutto per le nostre strategie "migratorie". Tuttavia, la popolarità di Macron è in forte crisi anche in Francia, come mostrano i sondaggi d’opinione.
Superato dal suo premier, Édouard Philippe. Oltre che per ragioni politiche, anche a causa di vicende personali. Al contrario di Macron, Putin e Trump mantengono consensi molto ampi presso la base delle forze politiche di governo. In primo luogo, fra i simpatizzanti della Lega, che confermano a Putin lo stesso indice dell’anno scorso.
Elevatissimo: 60%. Mentre Trump è apprezzato, comunque, dalla maggioranza dei leghisti.
Ma Putin piace molto anche alle persone vicine al M5s: 54%, 6 punti in più rispetto al 2017. Tuttavia, 3 punti in meno rispetto ai simpatizzanti di Forza Italia.
D’altronde, è nota la solidarietà personale reciproca, o meglio: l’amicizia, fra Putin e Berlusconi.
Tra i riferimenti internazionali della Lega c’è, sicuramente, Marine Le Pen. Amica personale di Matteo Salvini e sua principale alleata, in vista delle prossime elezioni europee. Quando guideranno, insieme, le forze politiche cosiddette "sovraniste".
Cioè, ostili, più che scettiche, verso l’Unione Europea. Un "cartello" al quale appartiene, ovviamente, il presidente ungherese Viktor Orbán, il quale riceve, per questo, consensi relativamente più elevati proprio fra simpatizzanti della Lega. Fra i leghisti, come, peraltro, tra i simpatizzanti del M5s e di FI, Angela Merkel è meno apprezzata rispetto a Putin. Tra i forza-leghisti: anche rispetto a Trump. Si delinea, così, in modo evidente la specificità e la differenza del PD e della sua base, in prospettiva internazionale.
Sono, infatti, rimasti gli unici veri "europeisti". I più vicini alla Merkel (65%). E ciò sottolinea alcune fra le ragioni che hanno ridotto il PD a "minoranza", nel Paese. Perché in Italia le forze di governo e l’opinione pubblica appaiono più scettiche verso la UE. LdS, la Lega di Salvini, infatti, appare orientata verso Visegrad piuttosto che verso Bruxelles. Cosi guarda con maggior favore alla Russia di Putin. Oppure, oltre oceano, all’America di Trump.
D’altra parte, l’Europa appare seriamente in crisi. Angela Merkel è in difficoltà, come mostrano le elezioni bavaresi. Mentre, in Francia cresce la protesta sociale contro le politiche del governo. Ed Emmanuel Macron, anche per questo, pensa a un rimpasto di governo. Insomma, se in Italia il ri-sentimento euro-scettico persiste e resiste, è anche perché non si vedono leader in grado di dare risposta al sentimento europeista.