Repubblica 12.10.18
C’erano una volta le banconote
di Moisés Naím
Che
cosa succederà al denaro? Fino a poco tempo fa l’idea di fare a meno di
banconote e monete sembrava fantascienza. Ma oggi è una realtà. In
molti Paesi, il denaro, così come lo conosciamo, sta diventando
obsoleto: i portafogli vengono sostituiti dai nostri onnipresenti
smartphone, mentre le banconote e le monete metalliche vengono
rimpiazzate da sequenze digitali di uno e di zero.
In Svezia, per
esempio, il 93 per cento delle transazioni avviene attraverso
trasferimenti diretti effettuati con un’applicazione per dispositivi
mobili chiamata Swish, che permette di trasferire all’istante da un
individuo all’altro, a costi molto bassi, somme di denaro anche piccole.
Ma i prosperi e tecnologici svedesi non sono gli unici che fanno sempre
più spesso a meno del denaro vecchio stile. Anche la Cina, il Kenya, la
Tanzania, il Bangladesh e l’India hanno compiuto enormi progressi
nell’uso dei pagamenti elettronici attraverso dispositivi mobili. L’uso
del contante sta diventando sempre più un anacronismo: affidarsi a pezzi
di carta colorata come mezzo di pagamento non fa molto XXI secolo.
Per
le istituzioni pubbliche, i vantaggi dell’uso diffuso di tecnologie
come Swish sono evidenti: ogni transazione è registrata e può essere
monitorata, anche dalle autorità. Per tutti quelli che riciclano denaro,
evadono le tasse, trafficano in droghe o finanziano terroristi, la scia
digitale lasciata dalle transazioni monetarie digitali è un problema.
Al contrario, per gli hacker che sanno come entrare in un account e
trasferire fondi a un altro proprietario, queste nuove tecnologie aprono
enormi opportunità.
L’ascesa delle criptovalute, per esempio,
solleva problemi senza precedenti. Queste valute virtuali ( o beni
digitali) sono algoritmi crittografati complessi che possono essere
utilizzati come metodo di pagamento verificabile e garantito. La più
comune è l’onnipresente Bitcoin, ma ce ne sono altre (2.000, per la
precisione, e il loro numero è in aumento).
La caratteristica più
rivoluzionaria di queste valute è che, salvo alcune eccezioni
fraudolente, le istituzioni pubbliche e le Banche centrali non hanno
nulla a che fare con loro. Un’altra caratteristica importante è che le
transazioni in criptovaluta possono essere eseguite in modo anonimo. Le
tecnologie digitali e Internet, infatti, rendono più facile operare in
modo anonimo in molti settori (affari, storie sentimentali, criminalità,
terrorismo e via dicendo). Così, nello stesso momento in cui alcune
nuove tecnologie impediscono l’anonimato, altre sono deliberatamente
progettate per garantirlo.
Un esempio è il ZCash, una criptovaluta
che promette di fare tutto ciò che fa il denaro contante, solo in
maniera virtuale...e anonima. Utilizzando meccanismi di crittografia
estremamente complessi, il ZCash offre una privacy assoluta nel corso di
tutta la catena di transazioni in cui sono coinvolte le sue “ monete”.
Quando riceviamo una banconota da 100 dollari non abbiamo modo di sapere
chi l’ha posseduta prima della persona che ce l’ha consegnata, o chi la
possederà dopo la persona a cui la consegneremo. Il ZCash promette di
fare la stessa cosa: assicurare l’anonimato lungo tutta la catena di
utenti.
Naturalmente, i governi non amano il ZCash e il sentimento è
reciproco. Come molte criptovalute, il ZCash è stato sviluppato da una
comunità di programmatori ultralibertari, ostili al controllo
governativo. I governi hanno ragione a essere allarmati, per il semplice
fatto che il potenziale destabilizzante di piattaforme come il ZCash è
illimitato. Per un trafficante di droga, far passare 10 milioni di
dollari in banconote attraverso la dogana di un aeroporto è rischioso
sia dal punto di vista logistico che da quello legale. Con il ZCash,
però, chiunque può trasferire immediatamente qualsiasi somma, in
qualsiasi momento e verso qualsiasi destinazione, senza quelle pesanti
ventiquattrore piene di moneta cartacea. E senza rischiare di svelare
l’identità dei partecipanti.
I governi stanno imparando in fretta a
fronteggiare le sfide inedite che arrivano da nuove tecnologie come il
ZCash. Il grande vantaggio che hanno ancora le autorità è che
controllano lo “svincolo di uscita” dalla “ cripto- autostrada”. Dal
momento che il numero di aziende che accettano pagamenti in criptovalute
è ancora relativamente esiguo, spesso è necessario scambiare queste
ultime con una delle valute tradizionali, che continuano a essere emesse
dalle istituzioni pubbliche. In questo modo, le autorità hanno la
possibilità di controllare lo “svincolo di uscita” e questo, ovviamente,
rappresenta una leva fondamentale.
Ma non c’è motivo di ritenere che
questo vantaggio sarà eterno. Oggi ci sono già oltre centomila aziende
virtuali che accettano criptovalute come forma di pagamento e il loro
numero continuerà a crescere rapidamente. È perfettamente concepibile
immaginare che fra qualche anno si potrà acquistare una macchina, un
viaggio o una casa con il ZCash.
Non possiamo ancora dire se il
futuro appartiene a tecnologie trasparenti come la Swish o a tecnologie
opache come il ZCash. Molto probabilmente coesisteranno, a seconda del
Paese e del settore economico. Quello che è indubbio, comunque sia, è
che, man mano che ci addentriamo nel XXI secolo, diventerà più facile
trovare le banconote e le monete nei musei che nelle nostre tasche.
(Traduzione di Fabio Galimberti)