giovedì 11 ottobre 2018

Repubblica 11.10.18
Il ginecologo
"Quelle parole offendono me e le donne io applico solo la legge"
di Maria Novella De Luca


ROMA «Io un sicario? Ma che offesa. Io sono un medico che applica una legge dello Stato. E allora chi sarebbe il mandante, lo Stato stesso? Sarei un assassino se le donne le lasciassi morire di aborto clandestino, come avveniva prima della 194».
Michele Mariano ha 65 anni, è l’unico e ultimo ginecologo non obiettore del Molise, dirige il reparto di interruzione volontaria di gravidanza dell’ospedale "Cardarelli" di Campobasso. Un piccolo reparto d’eccellenza, dove arrivano donne da tutto il Sud.
«È la mia trincea. Faccio da solo 400 aborti l’anno. Ogni giorno, senza tregua, senza ferie. Il mio impegno l’ho pagato con l’espulsione dalla Ginecologia, di cui dovevo diventare primario. Perché questo mestiere, sapete, l’avevo scelto anche per far nascere i bambini».
Mariano, si aspettava parole così dure da questo Papa?
«Francamente no, anche se il pensiero della Chiesa sull’aborto è chiaro da sempre. Ma usare il termine "sicario" e ritenere quindi le donne che abortiscono delle "assassine" è offensivo.
Credete che le donne si divertano a sottoporsi a una interruzione di gravidanza? No, non quelle che arrivano da me».
Cosa c’è dietro un aborto?
«Disperazione, quasi sempre.
Pensate alle migranti. Arrivano in Italia incinte dopo essere state stuprate nel viaggio, nelle prigioni in Libia. Sono sole. Senza nulla. Dovrei respingerle? Oppure le donne, anzi le coppie cui viene diagnostica la grave malformazione del figlio.
Secondo il Papa quel bimbo è un dono. Certo. Ma non tutte le madri e i padri sono in grado di sostenerlo quel "dono"».
Le donne cambiano idea?
«È raro, ma accade. E io ne sono felicissimo. Ci sono casi in cui vedo un’incertezza e allora cerco di capire se la scelta dell’aborto è definitiva o no. Sempre nel rispetto assoluto della volontà della donna. Magari suggerisco di riflettere ancora un po’. Alcune tornano a farmi conoscere il loro bambino».
Lei è l’ultimo ginecologo abortista del Molise?
«Qui il 94% dei medici, degli anestesisti e degli infermieri è obiettore. Nel mio reparto arrivano donne non solo dal Molise, ma dalla Puglia, dalla Campania e dalla Calabria. Sanno che qui sono accolte e siamo bravi. Ogni volta che nel Sud chiude un reparto della 194 le mie pazienti aumentano».
Non è stanco?
«Stanchissimo, ma non mollo.
Come faccio? Dove finiranno le donne quando i ginecologi della mia generazione andranno in pensione, visto che i giovani sono tutti obiettori? L’aborto clandestino è di nuovo una piaga».
Cosa vorrebbe dire al Papa?
«Di non giudicare ma di avere compassione. Sa quante donne cattoliche arrivano nel mio reparto? Tante. Ed entrano in sala operatoria facendosi il segno della croce».