venerdì 26 ottobre 2018

La Stampa 26.10.18
Referendum per decidere se legalizzare la bestemmia
di Vittorio Sabadin

La Repubblica d’Irlanda vota oggi per l’elezione del presidente (sarà confermato Michael Higgins) e per l’abolizione del reato di bestemmia. Secondo i sondaggi, quello che era uno dei Paesi più cattolici d’Europa voterà sì nel referendum che chiede di togliere dalla Costituzione del 1937 la definizione della blasfemia come atto criminale, oggi punibile con una ammenda fino a 25.000 euro.
La norma è ampiamente disattesa. È dal 1855 che nessuno viene condannato, ma tre anni fa il comico inglese Stephen Fry era stato indagato per avere definito in tv Dio «capriccioso», «meschino», «maniaco» e incapace di creare un mondo meno ingiusto. La Garda Siochana, la polizia irlandese, ha ritirato qualche mese fa la denuncia, applicando una legge approvata nel 2009, in base alla quale il reato di blasfemia è punibile solo quando offende un numero elevato di persone.
Cattolici in calo
Ed è proprio questo il punto: i cattolici in Irlanda diminuiscono da anni, parrocchie e chiese sono prive di sacerdoti e quelli in attività hanno quasi tutti più di 60 anni. Lo scandalo dei preti pedofili ha avuto un grande peso nel disilludere i fedeli, sgomenti per le coperture garantite dalla diocesi di Dublino e dal Vaticano, e per nulla rasserenati dalla lettera di denuncia di Benedetto XVI nel 2010. Nel maggio scorso l’Irlanda ha depenalizzato l’aborto e la visita di papa Francesco in agosto, nella quale ha chiesto perdono per gli abusi dei sacerdoti, ha radunato solo 130 mila persone contro le 500 mila previste. Nel 1979, per Giovanni Paolo II ne era arrivato un milione.
Sia la Chiesa cattolica che quella anglicana irlandesi si sono espresse a favore dell’abolizione del reato di blasfemia, giudicandolo obsoleto e difendendo il diritto alla libertà di espressione «entro certi limiti». Una posizione sostenuta anche da Liam Herrick, direttore del Council for Civil Liberties: «La libertà di espressione è il cuore della nostra democrazia e deve comprendere affermazioni che sfidano e ridicolizzano idee e istituzioni».
In Italia la bestemmia non è più un reato dal 1999, anche se è ancora in vigore una sanzione amministrativa fino a 329 euro per chi non rispetta le regole civili offendendo pubblicamente i credenti. Ma la norma vale solo per le bestemmie rivolte al Dio di ogni confessione. Per quella cattolica, per esempio, la blasfemia contro la Madonna, i santi e i profeti non è condannata dalla legge, perché non sono considerati divinità.