venerdì 19 ottobre 2018

La Stampa 19.10.18
La Cina manda in orbita la sua Luna
Nasce la prima metropoli senza buio
La città di Chengdu dal 2020 itilizzerà un sistema di specchi per riflettere la luce del sole ed eliminare l’illuminazione notturna
I vantaggi energetici e i cantieri sempre aperti. Ma è allarme per gli animali che dovranno adattarsi alla mancanza di oscurità
di Vittorio Sabadin


La metropoli cinese di Chengdu lancerà in orbita nel 2020 una luna artificiale che rifletterà la luce del Sole sulla città e nei dintorni, per un raggio di 80 chilometri. Non si tratta di avere qualche notte romantica in più: la luna artificiale sarà otto volte più brillante di quella vera e restando sempre accesa consentirà un significativo risparmio sulla bolletta dell’illuminazione delle strade, che in un agglomerato urbano di 15 milioni di abitanti deve essere piuttosto salata. Ne ha dato notizia il “Quotidiano del Popolo”, organo del Comitato centrale del partito comunista cinese, e dunque non dovrebbe trattarsi del solito annuncio al quale non seguono fatti concreti. «Ci lavoriamo da anni - ha confermato Wu Chunfeng, responsabile del Chengdu Aerospace Science, un organismo statale - e la tecnologia è finalmente abbastanza matura per un lancio nel 2020».
I progetti falliti
È da molto tempo che gli scienziati sognano di mettere in orbita specchi che riflettano la luce solare. I russi ci provarono nel 1990 con il satellite Znamaya, che aveva una parabola riflettente di 20 metri. Ma il fallimento del lancio nel 1999 del più perfezionato Znamaya 2.5 bloccò il progetto che prevedeva uno Znamaya 3, con uno specchio di 70 metri. Già nel 1929 Hermann Oberth, lo scienziato tedesco più ammirato da Wernher von Braun, aveva proposto di lanciare specchi riflettenti intorno alla Terra, ma era dai tempi di “Una cascata di diamanti” di James Bond che non si vedeva qualcosa di nuovo e di più fattibile in questo campo.
I cinesi potrebbero riuscirci. Il cattivo di 007, Blofeld, aveva mandato in orbita una pesante parabola costellata di diamanti che riflettevano la luce del Sole, ma ora pannelli leggerissimi e sottili come un foglio di alluminio compiono meglio lo stesso lavoro. Senza lanciare nessun satellite, ma semplicemente installando specchi riflettenti su una montagna, piccoli centri urbani come Rjukan in Norvegia o Viganella in Val d’Ossola hanno rimediato alla carenza di luce solare in inverno.
Chengdu può fare molto di più, visto che è uno dei principali centri di ricerca nell’alta tecnologia, ha fiorenti industrie come quella dell’auto ed è una delle città più ricche e innovative della Cina. I suoi abitanti sono inoltre piuttosto determinati: è una delle pochissime località che non hanno mai cambiato nome nei passaggi dall’era imperiale a quelle repubblicana e comunista.
La luna artificiale di Chengdu è stata progettata in modo da riflettere la luce su un’ampia area, mentre i russi negli Anni 90 si fermavano a poche centinaia di metri e a una luminosità precaria. Inoltre la tecnologia ora disponibile consentirà di concentrare l’illuminazione dove serve, anche in zone molto ristrette come particolari piazze o quartieri. Dal 2020, Chengdu potrà spegnere i lampioni delle strade e approfittare di una luce lunare diffusa, migliore di quella che oggi possiamo vedere nelle strade di campagna quando c’è la Luna piena.
Non tutti pensano che si tratti di una grande trovata. Data la minaccia del riscaldamento globale, occorrerebbero specchi che riflettessero la luce del Sole verso la spazio e non verso la Terra nei pochi momenti in cui il pianeta si gode un po’ di fresco. E poi gli esseri umani come reagiranno alla mancanza di buio? Ne abbiamo bisogno come della luce. E gli animali, la cui vita è regolata più della nostra dal ritmo circadiano? Il “Quotidiano del Popolo” rassicura: gli animali non soffriranno, la luce della luna artificiale sarà morbida come un bagliore polveroso.
I vantaggi potenziali sono invece evidenti: risparmio energetico, migliori risultati in agricoltura, maggiore efficienza nell’edilizia che non dovrà più fermarsi di notte, e persino interventi più efficaci dei soccorsi nelle zone colpite da disastri naturali. E poi i turisti, che arriveranno a frotte per un selfie con la luna artificiale, che diventerà molto presto più desiderabile di quella vera.