martedì 16 ottobre 2018

La Stampa 16.10.18
Un nuovo caso in Veneto: bonus libri a rischio per 7 mila extracomunitari
di Andrea Zambenedetti


La cieca burocrazia, che spesso ha messo i bastoni tra le ruote agli italiani, usata per rendere la vita impossibile agli extracomunitari. Discriminandoli e minando il diritto, inviolabile, all’istruzione. A puntare il dito contro la maggioranza leghista che guida la Regione Veneto sono i consiglieri del Pd che denunciano un nuovo caso Lodi. Alessia Rotta (già in segreteria all’epoca di Renzi) si spinge oltre e parla apertamente di «foga razzista». La replica è affidata a Elena Donazzan, assessore veneto all’Istruzione, che non solo rivendica le disposizioni ma rincara la dose: «Abbiamo solo applicato le norme, i discriminati erano gli italiani».
Andiamo con ordine. A scatenare la bagarre sono state le «istruzioni per il richiedente» rilasciate il mese scorso dalla Regione e destinate a chi intendesse richiedere il contributo regionale per acquistare i libri di testo. Termine ultimo: ieri. Tra gli incartamenti, oltre alle certificazioni Isee, i cittadini non comunitari devono allegare anche un certificato che dichiari l’eventuale possesso di immobili o di altri redditi all’estero. Un documento non indicato sul bando di accesso ai contributi. Buoni che lo scorso anno sono stati percepiti in Veneto da 26 mila studenti, 7 mila dei quali non comunitari e quindi costretti ora a integrare la domanda con il nuovo documento. A stabilirlo proprio quelle istruzioni comparse all’improvviso e che ora rischiano di far perdere il contributo a chi in così poco tempo non è riuscito a procurarsi la carta bollata, attraverso la propria ambasciata. «C’è una norma della Regione che attua il testo unico sull’immigrazione - spiega Elena Donazzan - non c’è nessuna discriminazione. Anzi, prima ad essere discriminati erano gli italiani che a differenza dei non comunitari dovevano dichiarare tutto».
Il caso è ormai esploso. «Dopo l’odiosa discriminazione di Lodi per l’accesso alle mense arriva l’altrettanto odiosa per i contributi ai libri scolastici» sottolinea il deputato di LeU, Stefano Fassina. Il Pd in Regione con Claudio Sinigaglia chiede intanto una proroga per il deposito degli atti e parla di una disposizione che «rischia di violare il diritto fondamentale all’istruzione». Sponda nelle file dei 5 Stelle. «Il diritto allo studio non si tocca - tuona Erika Baldin - ancora una volta questa Regione dimostra di essere più interessata al ritorno politico delle sparate che al bene dei cittadini».
Nel frattempo l’Anci chiarisce che la disposizione sui buoni scuola è solo l’inizio. «La misura attiene non solo al buono-libri ma a tutti i sussidi di carattere economico. Si cercherà di predisporre note operative - rileva una circolare inviata a tutti i municipi - che facilitino le funzioni di verifica dei Comuni e diano certezze ai soggetti legittimamente beneficiari. In modo particolare, si cercherà di fornire indicazioni sulle modalità applicative delle convenzioni internazionali vigenti nel nostro Paese». La burocrazia, è risaputo, a volte non è solo cieca ma può essere infernale.