sabato 13 ottobre 2018

La Stampa 13.12.18
“Vergini fino al matrimonio”
Il giuramento davanti ai padri
di Francesco Semprini


«Purity movement»: quando una teenager promette a suo padre di rimanere casta sino al matrimonio. E non lo fa nella privacy di casa propria, ma nel corso di un ballo a tema con tanto di vestito scuro per gli uomini e abito bianco per le aspiranti illibate. Una tendenza che, dopo aver preso piede in alcune realtà dell’America più profonda, si sta ora diffondendo nei quattro angoli del Paese col nome di movimento «Purity».
Il suo fondamento è nell’impegno da parte di adolescenti di non avere rapporti sessuali completi con uomini sino a quando non troveranno quello della loro vita, ovvero il futuro marito. Un impegno preso davanti ai loro padri che diventa promessa nel corso del «Purity Ball», cena e ballo con cui le ragazzine fanno coppia proprio con il loro genitore. Ai papà viene consegnata una chiave che simboleggia la castità della loro figlia e di cui diventano custodi. La chiave sarà quindi ceduta solo al futuro genero. Alle aspiranti illibate viene invece consegnato in dote un anello che devono portare sempre all’anulare sinistro ovvero al dito dove poi troverà posto la fede nuziale.
Le ragazzine devono inoltre firmare un contratto di «castità», ovvero un impegno scritto a mantenere la verginità. «La Bibbia dice che il sesso prima del matrimonio è un peccato ed io ci credo», racconta Hannah Lee Powers, 17enne della Louisiana che ha fatto di recente voto di castità pro-tempore durante un «Purity ball». «Partecipo a questo ballo - prosegue - perché ha un valore simbolico e divulgativo, come dire questo è quello che voglio fare io perché è quello in cui credo, che voi lo accettiate o no». Il movimento della purezza professa il sesso prima dell’unione matrimoniale come un peccato e per indirizzare i giovanissimi all’astinenza diffonde storie intimidatorie sulle malattie trasmissibili sessualmente e sulle gravidanze al di fuori del matrimonio. «Il sesso sicuro è un solo un mito - tuona Deb Brittan, uno degli organizzatori del ballo di Hannah - Non esiste una cosa chiamata sesso sicuro, se io ho un herpes genitale oggi è proprio perché qualcuno mi ha raggirato raccontandomi che c’era una cosa che si chiamava sesso sicuro».
La scelta di Hannah e delle altre colleghe del movimento comporta senza dubbio sacrifici data l’età e gli impulsi giovanili. «Per questo devo fissare delle regole, ad esempio mi sono imposta di non ritrovarmi mai da sola con un ragazzo a meno che non sia presente la sua famiglia - spiega -. In quel caso potrebbero nascere tentazioni pericolose».