La Stampa 13.12.18
“Vergini fino al matrimonio”
Il giuramento davanti ai padri
di Francesco Semprini
«Purity
movement»: quando una teenager promette a suo padre di rimanere casta
sino al matrimonio. E non lo fa nella privacy di casa propria, ma nel
corso di un ballo a tema con tanto di vestito scuro per gli uomini e
abito bianco per le aspiranti illibate. Una tendenza che, dopo aver
preso piede in alcune realtà dell’America più profonda, si sta ora
diffondendo nei quattro angoli del Paese col nome di movimento «Purity».
Il
suo fondamento è nell’impegno da parte di adolescenti di non avere
rapporti sessuali completi con uomini sino a quando non troveranno
quello della loro vita, ovvero il futuro marito. Un impegno preso
davanti ai loro padri che diventa promessa nel corso del «Purity Ball»,
cena e ballo con cui le ragazzine fanno coppia proprio con il loro
genitore. Ai papà viene consegnata una chiave che simboleggia la castità
della loro figlia e di cui diventano custodi. La chiave sarà quindi
ceduta solo al futuro genero. Alle aspiranti illibate viene invece
consegnato in dote un anello che devono portare sempre all’anulare
sinistro ovvero al dito dove poi troverà posto la fede nuziale.
Le
ragazzine devono inoltre firmare un contratto di «castità», ovvero un
impegno scritto a mantenere la verginità. «La Bibbia dice che il sesso
prima del matrimonio è un peccato ed io ci credo», racconta Hannah Lee
Powers, 17enne della Louisiana che ha fatto di recente voto di castità
pro-tempore durante un «Purity ball». «Partecipo a questo ballo -
prosegue - perché ha un valore simbolico e divulgativo, come dire questo
è quello che voglio fare io perché è quello in cui credo, che voi lo
accettiate o no». Il movimento della purezza professa il sesso prima
dell’unione matrimoniale come un peccato e per indirizzare i
giovanissimi all’astinenza diffonde storie intimidatorie sulle malattie
trasmissibili sessualmente e sulle gravidanze al di fuori del
matrimonio. «Il sesso sicuro è un solo un mito - tuona Deb Brittan, uno
degli organizzatori del ballo di Hannah - Non esiste una cosa chiamata
sesso sicuro, se io ho un herpes genitale oggi è proprio perché qualcuno
mi ha raggirato raccontandomi che c’era una cosa che si chiamava sesso
sicuro».
La scelta di Hannah e delle altre colleghe del movimento
comporta senza dubbio sacrifici data l’età e gli impulsi giovanili. «Per
questo devo fissare delle regole, ad esempio mi sono imposta di non
ritrovarmi mai da sola con un ragazzo a meno che non sia presente la sua
famiglia - spiega -. In quel caso potrebbero nascere tentazioni
pericolose».