la lettura cattolica della filosofia antica e classica
Il Sole Domenica 28.10.18
Ma che bella storia d’amore
Filosofia
antica. Torna in libreria l’opera di Giovanni Reale: non è un arido
manuale ma il resoconto di un’avventura, il diario di un’appassionata
ricerca durata una vita
di Maria Bettetini
«Anche
in questo i Greci sono stati e restano maestri: si è filosofi solo se e
finché si è totalmente liberi, ossia solo se e finché, in assoluta
libertà, si contempla o si cerca il vero come tale, senza ulteriori
ragioni predeterminanti». Qualcuno forse giudicherà ingenua questa
affermazione, tratta da uno dei saggi che accompagnano la Storia della
filosofia greca e romana di Giovanni Reale, soprattutto leggendo il
seguito: «Conoscendo in modo disinteressato, l’uomo si accosta alla
verità, e in questa maniera realizza la sua natura razionale al più alto
grado, e di conseguenza raggiunge la felicità».
In uno dei miei
primi interventi in pubblico, tanti anni fa, pronunciai parole simili,
libertà, felicità, verità. Ricordo alcuni sguardi ironici, e perfino una
voce che componeva una poesiola, taratà taratà verità. Ero di certo
ingenua nell’esposizione, incapace del giusto pathos. Ma avevo alle
spalle anni di frequentazione con l’uomo più entusiasta mai conosciuto
per la ricerca filosofica, il maestro che aveva trasformato studi da
«museo archeologico», come usava dire, in ricerca appassionata, anzi,
«innamorata». Come tutti i grandi, aveva le sue idiosincrasie, ma il
dono di trasformare pagine antiche in questioni di vita o di morte è
stato incredibilmente fecondo. Per questo, quando si è pensato di
pubblicare la sua Storia della filosofia greca e romana in un unico
volume nella collana da lui fondata, il Pensiero Occidentale, nessuno ha
sollevato obiezioni.
Perché non si tratta di una storia della
filosofia, piuttosto del resoconto di un’avventura, del diario di una
ricerca. Senza nulla togliere all’attenzione filologica e ai rimandi
bibliografici, chi leggesse questo libro come si affronta un arido
manuale perderebbe molto. Giovanni Reale infatti, nell’opera per cui è
più conosciuto nel mondo non solo accademico, ha lasciato traccia dei
suoi studi, certo, ma anche della sua stessa vita.
Mi sono
innamorato della filosofia, così aveva intitolato l’ultima delle sue
fatiche e così dichiarava con fierezza quando gli si chiedeva da dove
fosse partita la sua avventura. Proprio questo amore lo aveva condotto a
una passione non secondaria, la divulgazione, la trasmissione dei testi
e dei contenuti lasciati dai grandi pensatori. La riproposizione della
Storia della Filosofia Greca e Romana vuole essere quindi un omaggio al
suo ideatore e infaticabile sostenitore.
Da ragazzo, Giovanni
Reale voleva dedicarsi alla filosofia contemporanea, ma il suo maestro
Francesco Olgiati lo inviò invece a Marburgo per studiare quella antica,
intuendo l’importanza del mondo greco e romano per la cultura italiana.
Se il motto del neokantismo era stato «Torniamo a Kant», l’imperativo
per il giovane Reale fu «Torna ad Atene!»: un’espressione che gli
piaceva molto ricordare e ripetere.
I primi lavori furono dedicati
ai seguaci di Parmenide, poi venne la fatica della Metafisica di
Aristotele, in polemica con chi voleva fare dello Stagirita un autore
destrutturato, già quasi postmoderno. La vis che poi percorrerà tutti i
lavori di Reale è già in ogni pagina del commento alla Metafisica, le
idee di fondo sono pedagogicamente riproposte, la scrittura vivace
cattura il lettore. Tutto questo si ritroverà fin dalle prime edizioni
delle diverse storie della filosofia, dove emergerà il personaggio
centrale, il protagonista di quello che si rivela sempre più un romanzo
piuttosto che un manuale. «Sembra di leggere un giallo», mi diceva ai
tempi dell’università una compagna di studi: in attesa dell’arrivo di
Platone, tutto è come sospeso, dopo di lui, le sue tracce brillano da
Aristotele agli ultimissimi neoplatonici. Platone, l’autore della
«seconda navigazione»lo scopritore del soprasensibile, colui che ha
aperto al mondo la via di un «oltre», di un mondo che è altro rispetto
alla materia. Come chi fatica con i remi, felice si abbandona alla forza
del vento se impara a usare le vele, passando dalla prima alla seconda
navigazione (la metafora è nel Fedone), così al pensatore si spalanca il
respiro dell’oltresensibile, che gli permette di comprendere senza
fatica tanti perché. Gli anni Ottanta vedranno poi sorgere passione
nella passione, con la grande battaglia per il «Platone non scritto»,
testimoniata anche in questo volume.
La passione platonica vira
poi verso le opere del Santo vescovo di Ippona, Agostino. Siamo alla
«terza navigazione», l’oltresensibile ancora studiato dalla ragione si
apre agli aspetti dell’imponderabile, di ciò che può essere oggetto solo
di fede. In verità, nella vita degli uomini, così come nelle opere di
Agostino, non tutto è così chiaramente definibile e individuabile come
materia, logos, misteri della fede. Ma l’avventura di Reale segue invece
queste tappe con precisione matematica, e mentre difende il suo Platone
non scritto, in contatto con la Scuola di Tubinga, con Hans-Georg
Gadamer, con i traduttori ormai in arrivo da tutti i continenti, inizia a
dedicare tempo e attenzione solo al vescovo di Ippona, in compagnia del
quale desidera trascorrere gli ultimi anni della vita.
Anni
incredibilmente fecondi: da Rusconi, che chiude l’attività editoriale di
filosofia, al volgere del millennio le collane di Reale arrivano in
Bompiani, e pubblicano in meno di quindici anni più di trecento libri
mentre ne preparano decine tra contratti e lettere di intenti. Inoltre,
Reale accanto alla cura per centinaia di titoli scriveva e pubblicava di
arte, di Platone, di Agostino e della filosofia, la sua innamorata. Ora
la Storia della Filosofia Greca e Romana troverà certo il favore delle
migliaia di lettori che lo hanno incontrato al liceo, in università, o
dopo, come studiosi, cultori, appassionati, curiosi. Benvenuti dunque in
questa avventurosa storia d’amore.
Storia della filosofia greca e romana, Giovanni Reale Bompiani, Milano, pagg. 2.816, € 70