Intervista
Emma Bonino
"Il decreto sicurezza di Salvini? Sarà un boomerang aumenterà gli irregolari"
di Giovanna Casadio
ROMA
«Il decreto sicurezza di Salvini è contro il buonsenso, aumenta gli
irregolari, avrà un effetto boomerang. E viola le direttive europee».
Emma Bonino, la leader radicale e europeista, va all’attacco e lancia
l’allarme: «Di questo passo, i problemi migratori diventeranno
ingovernabili».
Bonino, è possibile palleggiarsi i migranti per affari politici interni a ciascun Paese?
«È
possibile, come è evidente, ma non è utile, in particolar modo per i
Paesi che sono più esposti ai flussi di ingresso, o come porta, nel caso
dell’Italia, o come meta, nel caso della Germania. In assenza di
cooperazione tra gli stati membri, il Trattato Dublino non si può
riformare, come chiede l’Italia, ma neppure applicare, come vorrebbe la
Germania. Fuori da una logica europea e da una corrispondente autorità
comune, i problemi migratori diventeranno ingovernabili».
È una
strada percorribile quella di chiudere gli aeroporti ai charter con i
migranti che la Germania vuole rimandare, come ha minacciato Salvini?
«Ovviamente
non è percorribile, non solo perché è ingiusta, ma perché non è
sostenibile. L’effetto a cascata sarebbe rovinoso sull’intero traffico
aereo nazionale e internazionale. Quando l’Austria minacciò di chiudere
la frontiera con l’Italia come risposta alla chiusura della frontiera
tedesca, l’Italia ovviamente protestò. Salvini, Strache e Seehofer sono
alleati. Ma nei fatti passano il tempo a minacciarsi reciprocamente il
blocco delle frontiere terrestri e aeree».
Tuttavia c’è un
cortocircuito europeo a partire dall’immigrazione, per non parlare della
questione conti, che mina l’Unione. Lei pensa che l’Europa rischi di
saltare?
«Farla saltare è un progetto dichiarato sia dalla Lega
che dal M5S e perseguito da un fronte che va da Bannon a Putin. Se
prevalgono le istanze nazionalistiche la fine della costruzione europea
potrebbe essere la conseguenza inevitabile.
L’Ue è una costruzione
politica, come è stata fatta dalla lungimiranza degli statisti, da De
Gasperi a Kohl, può essere disfatta dalla miopia degli arruffapopoli, da
Orban a Salvini».
Le europee di maggio saranno una resa dei conti tra sovranisti ed europeisti? Il suo Movimento +Europa correrà da solo?
«Abbiamo
detto prima di altri che lo scontro politico sarebbe diventato
brutalmente quello Europa/non Europa. E lo facevamo quando tutti,
compreso il Pd, promettevano una resa dei conti con Bruxelles. Non mi
convince l’idea di usare il logo "europeista" come un mero contenitore, a
maggior ragione in una elezione proporzionale. Per le elezioni europee
siamo impegnati a costruire con +Europa una piattaforma aperta che ha
come riferimento l’Alde, guarda con interesse all’europeismo di Macron,
pur con le sue difficoltà. Una proposta alternativa ai nazionalisti e al
Ppe, ma distinta da quella del Pse, che resta l’opzione principale del
Pd. In ogni caso deciderà a gennaio il congresso di +Europa».
Vede una deriva xenofoba che invece di essere combattuta raccoglie consensi?
«Non
si può non vedere. Sono venute meno inibizioni culturali. Il
politicamente scorretto, cioè il ricorso alla denigrazione e alla
diffamazione per ragioni etnico-razziali, è diventato un nuovo
conformismo, quasi un senso comune. La cosa più grave, oggi, non è che
la xenofobia e il razzismo tornino a diffondersi massicciamente, ma che
siano politicamente legittimati e culturalmente riconosciuti».
Per il sindaco di Riace Mimmo Lucano è partita una mobilitazione spontanea.
«Non
voglio pronunciarmi sulla vicenda giudiziaria. Ma il suo modello ha
funzionato perché ha trasformato un paese spopolato e destinato a
morire, in un posto nuovamente vitale, grazie all’accoglienza. Per
questo il caso Riace fa impazzire i populisti: perché funziona».