giovedì 11 ottobre 2018

Intervista
Emma Bonino
"Il decreto sicurezza di Salvini? Sarà un boomerang aumenterà gli irregolari"
di Giovanna Casadio


ROMA «Il decreto sicurezza di Salvini è contro il buonsenso, aumenta gli irregolari, avrà un effetto boomerang. E viola le direttive europee». Emma Bonino, la leader radicale e europeista, va all’attacco e lancia l’allarme: «Di questo passo, i problemi migratori diventeranno ingovernabili».
Bonino, è possibile palleggiarsi i migranti per affari politici interni a ciascun Paese?
«È possibile, come è evidente, ma non è utile, in particolar modo per i Paesi che sono più esposti ai flussi di ingresso, o come porta, nel caso dell’Italia, o come meta, nel caso della Germania. In assenza di cooperazione tra gli stati membri, il Trattato Dublino non si può riformare, come chiede l’Italia, ma neppure applicare, come vorrebbe la Germania. Fuori da una logica europea e da una corrispondente autorità comune, i problemi migratori diventeranno ingovernabili».
È una strada percorribile quella di chiudere gli aeroporti ai charter con i migranti che la Germania vuole rimandare, come ha minacciato Salvini?
«Ovviamente non è percorribile, non solo perché è ingiusta, ma perché non è sostenibile. L’effetto a cascata sarebbe rovinoso sull’intero traffico aereo nazionale e internazionale. Quando l’Austria minacciò di chiudere la frontiera con l’Italia come risposta alla chiusura della frontiera tedesca, l’Italia ovviamente protestò. Salvini, Strache e Seehofer sono alleati. Ma nei fatti passano il tempo a minacciarsi reciprocamente il blocco delle frontiere terrestri e aeree».
Tuttavia c’è un cortocircuito europeo a partire dall’immigrazione, per non parlare della questione conti, che mina l’Unione. Lei pensa che l’Europa rischi di saltare?
«Farla saltare è un progetto dichiarato sia dalla Lega che dal M5S e perseguito da un fronte che va da Bannon a Putin. Se prevalgono le istanze nazionalistiche la fine della costruzione europea potrebbe essere la conseguenza inevitabile.
L’Ue è una costruzione politica, come è stata fatta dalla lungimiranza degli statisti, da De Gasperi a Kohl, può essere disfatta dalla miopia degli arruffapopoli, da Orban a Salvini».
Le europee di maggio saranno una resa dei conti tra sovranisti ed europeisti? Il suo Movimento +Europa correrà da solo?
«Abbiamo detto prima di altri che lo scontro politico sarebbe diventato brutalmente quello Europa/non Europa. E lo facevamo quando tutti, compreso il Pd, promettevano una resa dei conti con Bruxelles. Non mi convince l’idea di usare il logo "europeista" come un mero contenitore, a maggior ragione in una elezione proporzionale. Per le elezioni europee siamo impegnati a costruire con +Europa una piattaforma aperta che ha come riferimento l’Alde, guarda con interesse all’europeismo di Macron, pur con le sue difficoltà. Una proposta alternativa ai nazionalisti e al Ppe, ma distinta da quella del Pse, che resta l’opzione principale del Pd. In ogni caso deciderà a gennaio il congresso di +Europa».
Vede una deriva xenofoba che invece di essere combattuta raccoglie consensi?
«Non si può non vedere. Sono venute meno inibizioni culturali. Il politicamente scorretto, cioè il ricorso alla denigrazione e alla diffamazione per ragioni etnico-razziali, è diventato un nuovo conformismo, quasi un senso comune. La cosa più grave, oggi, non è che la xenofobia e il razzismo tornino a diffondersi massicciamente, ma che siano politicamente legittimati e culturalmente riconosciuti».
Per il sindaco di Riace Mimmo Lucano è partita una mobilitazione spontanea.
«Non voglio pronunciarmi sulla vicenda giudiziaria. Ma il suo modello ha funzionato perché ha trasformato un paese spopolato e destinato a morire, in un posto nuovamente vitale, grazie all’accoglienza. Per questo il caso Riace fa impazzire i populisti: perché funziona».