il manifesto 7.10.18
Potere al popolo si scinde sullo statuto. Rifondazione se ne va
Sinistra. Oggi il voto on line. Ma il Prc non partecipa. Sullo sfondo lo scontro sulle europee
di Adriana Pollice
NAPOLI
È cominciato ieri il voto on line tra gli oltre 9.300 tesserati per
stabilire lo statuto di Potere al popolo. Continueranno fino a martedì
ma una delle due proposte è rimasta senza i suoi estensori.
Venerdì
sera, infatti, una nota dei dirigenti di Rifondazione comunista,
capitanati dal segretario Maurizio Acerbo, ha sancito la rottura a poche
ore dall’inizio del voto: «È stata rifiutata la pubblicazione sul sito
del testo di presentazione dello “Statuto per tutte e tutti” – scrivono
-, creando un’evidente e inaccettabile condizione di disparità tra i due
statuti di fronte alle/agli aderenti. Inoltre sul sito vi è una
ricostruzione falsa del coordinamento di lunedì scorso, che attribuisce a
noi (che abbiamo sempre chiesto un solo statuto emendabile) la
responsabilità di andare al voto su due statuti contrapposti. È davvero
troppo».
L’indicazione per gli iscritti di Rifondazione è «di non
partecipare a una consultazione per la quale mancano i requisiti minimi
di agibilità democratica».
Lo scontro tra le due anime di Pap (da
un lato l’Ex Opg Je so’ pazzo ed Eurostop, dall’altro appunto il Prc),
sintetizzato nei due statuti contrapposti, si è fatto sempre più aspro
fino alla rottura.
L’Ex Opg spiega: «Le assemblee territoriali
hanno votato emendamenti ai due testi, inseriti nelle versioni
definitive, ognuna con un suo preambolo. Venerdì Rifondazione ha chiesto
di inserire una premessa differente, che era un’accusa nei nostri
confronti più che una dichiarazione di intenti».
Questo ha creato l’inciampo che ha provocato la frattura, che però aleggiava da tempo.
«Scissione
prima di iniziare, bene ma non benissimo» è uno dei commenti sui social
del Prc, dove si è infiammato il dibattito tra chi ha applaudito,
preferendo un percorso autonomo, e chi invece ha accusato la dirigenza
di aver preso la decisione senza aver consultato la base.
Nella rottura hanno pesato due fattori.
Il
primo è indicato in uno dei commenti al post di Acerbo: «Ma non era più
semplice spiegare a tutti i compagni che la vera battaglia è quella
sulle europee del 2019, far votare se andare con de Magistris o con il
simbolo di Potere al popolo, dire che se c’è l’accordo con l’Altra
Europa non si devono prendere migliaia di firme anche in Valle D’Aosta e
in Molise, dire che visto che c’è uno sbarramento al 4% è importante,
al fine della sopravvivenza, unirsi per passarlo?».
Il Prc
vorrebbe un movimento che contiene realtà organizzate differenti, con un
loro peso individuale e una dirigenza che orienta le scelte in base
alla delega, in vista di un cartello elettorale (il Quarto polo) per le
europee, mentre l’Ex Opg ed Eurostop spingono per un soggetto politico
unitario e autonomo con una base che decide a maggioranza se e come
arrivare alle elezioni.
L’altro punto è stato sollevato da
Contropiano (sito di informazione di Eurostop): «Oggi (ieri, ndr) a
Firenze si riuniscono 200 dirigenti di Rifondazione che da mesi sparano
contro la segreteria del partito, “colpevole” di aver accettato il
percorso di Potere al popolo (almeno fino a venerdì) e di non aver
imposto dentro Pap la linea della costruzione di un non meglio precisato
“Quarto polo della sinistra”. Non ci sembra una coincidenza che la
decisione di ritirare la propria bozza di statuto sia arrivata alla
vigilia di tale appuntamento».
Ieri pomeriggio Salvatore Prinzi, a
nome dell’Ex Opg, ha pubblicato una lunga ricostruzione dei fatti,
accusando il Prc di aver sabotato il percorso di Pap.
Sulla
rottura spiega: «Hanno fatto i conti e non gli tornano, rischiano di
perdere di brutto. Meglio buttare la palla in tribuna. Se votano in
pochi, dicono che hanno vinto perché l’astensione è tutta loro! Se
invece votano in tanti, diranno che il gioco era falsato perché non
hanno gareggiato. E quindi, se il gioco è falsato, non ci riconosciamo
in Pap, non firmiamo lo statuto dal notaio, Pap non nasce e quindi vi
fottete anche se siete migliaia».