il manifesto 25.10.18
Eurispes: eutanasia, più se ne parla più crescono i favorevoli
Quanto
più la questione del fine vita entra nel dibattito pubblico, tanto più
cresce il numero di coloro che in Italia si dicono favorevoli alla
legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito. È quanto emerge
da un sondaggio Eurispes che ha analizzato l’orientamento degli italiani
in merito alla dolce morte dal 2007 ai giorni nostri. Gli ultimi dati
sono quelli del 2016 quando, secondo il monitoraggio, 6 italiani su 10
erano a favore dell’eutanasia (59,6%), oltre 7 su 10 al testamento
biologico (71,6%) e 3 su 10 al suicidio assistito (29,9%). Ma nel 2007,
quando divenne di dominio pubblico la battaglia del radicale Piergiorgio
Welby, morto suicida l’anno prima, e i media avevano trattato a lungo
anche il caso della statunitense Terry Schiavo, si registrò il picco più
alto degli italiani favorevoli all’eutanasia, con il 68% di «sì». Una
percentuale che rimane praticamente invariata fino al 2010, con il 67,4%
degli italiani a favore della dolce morte dopo che il parlamento aveva
tentato di fermare il padre di Eluana Englaro.
Nel 2012, invece, i
consensi scendono fino al 50,1%. Ma l’anno successivo, quando
l’Associazione Luca Coscioni lancia la campagna di raccolta firme sulla
proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare l’eutanasia,
l’istituto di ricerca registra un’impennata di consensi di oltre 14
punti percentuali, arrivando a quota 64,6% di sì. «Con tutta probabilità
– sostiene il rapporto di Eurispes – a modificare in maniera così
importante il trend dei risultati è intervenuto anche il fatto che in
quel periodo non si siano registrati casi che hanno toccato la
sensibilità dell’opinione pubblica». Un andamento alterno anche sul
testamento biologico, anche se i favorevoli sono sempre stati la
maggioranza: nel 2007 erano il 74,7% dei cittadini, e nel 2010 arrivano a
8 su 10 (81,4%).