il manifesto 20.10.18
Rigenerare la sinistra, rifondare l’Europa
Congresso pd. Cambiare tutto e farlo in fretta, prima che sia troppo tardi. La risposta a Gianni Cuperlo
di Nicola Zingaretti
Condivido
l’approccio proposto sul vostro giornale da Gianni Cuperlo. È proprio
del riscatto e della rigenerazione di una sinistra radicalmente
alternativa alla destra di Salvini che abbiamo bisogno. Cambiare tutto e
farlo in fretta, prima che sia troppo tardi. Farlo appunto nonostante
la difficoltà del contesto, e a partire dalla dimensione continentale,
dove tra poco si misureranno quelli che l’Europa la vogliono cambiare e
democratizzare con quelli che la vogliono distruggere, cavalcando la
ferocia nazionalista. Le prossime saranno le prime vere elezioni
europee. Sul campo, dobbiamo ritrovare la forza di battere il razzismo e
le piccole patrie. Per farlo, dobbiamo scrivere una nuova agenda
politica, coniugando crescita e giustizia sociale, modificando nel
profondo un modello di sviluppo che ogni giorno consuma il nostro
ecosistema, incide sulla qualità delle nostre vite, amplia la frattura
tra chi ha e chi non ha, tra città e aree interne. Nessuna scorciatoia
serve un’economia giusta, ambientalmente sostenibile, per rimettere in
moto l’ascensore sociale e creare opportunità e fiducia.
Loro
dicono “prima gli italiani”, aizzando una guerra tra poveri dagli esiti
drammatici. Noi diciamo “prima le persone”. E tra le persone, prima
quelle che stanno peggio, quelle umiliate e impoverite dalla crisi,
quelle lasciate sole dallo Stato. Per fare questo, bisogna ricostruire
su nuove basi il Paese. Innanzitutto, operare nei luoghi del disagio con
progetti di crescita e di comunità. Serve un modello innovativo di
welfare, politiche di integrazione e promozione delle persone. Bisogna
quindi investire sul capitale umano, nella cultura e nella conoscenza,
che resta il primo e più importante strumento per l’emancipazione
sociale delle persone. La sfida per il Paese è quindi prima di tutto nei
luoghi della formazione: negli asili, nell’assoluta centralità della
scuola e dell’università pubbliche. È qui che possiamo attivare le
intelligenze e i saperi utili a far muovere l’Italia, che dovranno
trovare sviluppo e opportunità in un territorio connesso in maniera
moderna, uniforme ed efficiente con reti materiali e immateriali. Serve
una spinta, che ha bisogno di investimenti adeguati, alla rigenerazione
del tessuto produttivo, che accompagni le imprese, le partite Iva in una
fase di cambiamenti epocali, e favorisca nuovo lavoro e lavoro buono.
Serve
un cambio di passo e di paradigma facendo dialogare economia ed
ecologia come assi portanti di una idea di società orientata al
benessere dei cittadini.
Di questo abbiamo discusso a Piazza
Grande insieme a tantissime persone. Di questo vogliamo discutere con
chiunque senta l’urgenza del momento e abbia voglia di combattere. Prima
ancora di una mozione, c’è bisogno di ritrovare un popolo, con le sue
idee, passioni, differenze, e soprattutto con la voglia di rimettersi in
cammino. Un popolo plurale, differente, capace di ascolto e di stare
insieme.
Mi candido alla guida del Pd con questa ambizione:
cambiare tutto rispettando la storia di ognuno. Cambiare le politiche e
promuovere una nuova generazione progressista fuori dalle liturgie
correntizie e, appunto, di quella “guerra feroce tra eserciti” evocata
da Gianni.
Piazza Grande è stata una boccata d’ossigeno. Sono
convinto che ne seguiranno altre, a cominciare proprio dall’appuntamento
milanese. Vi auguro di svolgere al meglio la vostra discussione.
Abbiamo bisogno di tutti per farci trovare pronti. Non solo opposizione,
ma anche la credibilità per ricostruire qui ed ora una vera alternativa
di Governo, capace di entrare nel cuore degli italiani. Lavoriamoci
insieme.
*presidente della Regione Lazio, Partito democratico