martedì 16 ottobre 2018

il manifesto 16.10.18
Comunali in Belgio: successo Ecolo, exploit dei marxisti del Ptb
Elezioni amministrative. Al voto 8 milioni di cittadini, una chiamata nazionale che ha visto il crollo dei partiti tradizionali, una progressione dei partiti della sinistra radicale nel sud del paese, di lingua francofona, e dei partiti d’estrema destra e nazionalisti nel ricco nord, di lingua fiamminga
di Gabriele Annicchiarico


BRUXELLES Sono i partiti radicali e alternativi a uscire vincitori dalla tornata elettorale che in Belgio ha coinvolto la quasi totalità dei comuni. Una chiamata nazionale (8 milioni i votanti) che anticipa le possibili tendenze delle prossime elezioni federali, in agenda a primavera, dove si attende una progressione dei partiti della sinistra radicale nel sud del paese, di lingua francofona, e dei partiti d’estrema destra e nazionalisti nel ricco nord, di lingua fiamminga. In calo tutti i partiti tradizionali: socialisti, liberali e moderati registrano una diminuzione dei consensi in tutto il paese, con qualche eccezione. I socialisti si confermano infatti primo partito nella capitale Bruxelles (nonostante gli scandali di corruzione che ne avevano minato la credibilità nel 2017) e a Charleroi (riconferma per Paul Magnette, l’eroe dell’opposizione al Ceta, trattato di libero scambio fra Ue-Canada).
I vincitori sono senza dubbio i verdi (Ecolo-groen) che registrano un risultato a doppia cifra nelle città-quartiere della capitale Bruxelles e nella maggiori città del centro-sud (Bruxelles, Ixelles, Namur, Leuven) e ad Anversa (bastione dei nazionalisti d’estrema destra). In molte città francofone i verdi giocheranno un ruolo di primo piano per la formazione dei governi locali, annunciando la volontà di imporre scelte coraggiose in materia d’ecologia.
Il vero exploit è quello del Partito dei lavoratori belgi (Ptb) di chiara ispirazione marxista. Un successo che si concentra soprattutto nella capitale Bruxelles, in particolare a Molenbeek (al centro delle cronache mondiali legate al terrorismo di natura islamista), e nelle pricipali città francofone come Liegi e Charleroi (bastioni socialisti), dove potrebbero entrare nella maggioranza dei rispettivi governi locali.
In leggero calo la N-va, partito nazionalista fiammingo d’estrema destra, dalla retorica anti-migrazione e principale azionista del governo federale, che però conferma il proprio presidente, Bart de Wever, sullo scranno di sindaco di Anversa, la più ricca città del Belgio. Progressione della formazione xenofoba e indipendentista fiamminga, Vlaams Belang, che registra un aumento dei consensi nel nord del paese e che potrebbe esprimere il primo sindaco della sua storia, nella città di Ninove.