il manifesto 16.10.18
Cambia il clima in Baviera, successo dei Verdi in 10 punti
I
Grünen conquistano il 17,5% con un programma di finanziamenti al
sociale, energia pulita, mobilità sostenibile, api e nuovi alloggi
popolari. La leader Katharina Schulze, 33 anni: «Nelle urne si vince non
seguendo la destra»
di Sebastiano Canetta
BERLINO
Il giorno dopo lo tsunami elettorale che ha travolto l’argine del
monopolio Csu, a Monaco arriva l’esito del conteggio definitivo del voto
di domenica. Il dato finale conferma lo strepitoso boom dei Verdi che
ha fatto sprofondare i cristiano-sociali al 37,2% e colato a picco i
socialdemocratici fino a quota 9,7%.
Le urne della Baviera
restituiscono, ora ufficialmente, il 17,5% conquistato dai Grünen che
coincide con il clamoroso record raggiunto nelle città con oltre 100
mila abitanti, dove gli ecologisti hanno convinto un elettore su tre con
un programma europeista, pro-migranti e in difesa dell’ambiente.
Un
risultato sintomatico: dal punto di vista politico dimostra – al di qua
e al di là delle Alpi – che nelle urne «si vince non seguendo la
destra» come riassume la candidata-governatrice, Katharina Schulze, 33
anni, volto della nuova “rivoluzione” verde. Insieme al co-leader Ludwig
Hartmann (classe 1978) ha costruito i «Dieci punti per la Baviera» che
li hanno condotti al successo. Un decalogo incardinato su finanziamenti
al settore sociale, estensione delle aree protette, energia pulita e
mobilità sostenibile. Oltre alla promessa di 50 mila nuovi alloggi
popolari piaciuta non poco alle migliaia di ex elettori di sinistra: il
42% di loro, fino a sabato scorso, aveva votato per la Spd che domenica è
precipitata al 9,7% (dal 20,6 del 2013) facendo registrare un’emorragia
di voti perfino più copiosa della Csu.
Ma il vero segreto del
successo dei Verdi è legato all’intransigenza sul tema in grado di
condizionare le elezioni in Baviera anche più del voto federale che un
anno fa fece vacillare Angela Merkel. Per i Grünen i migranti –
nonostante gli attentati in Baviera, i sondaggi dell’opinione pubblica e
l’agenda-setting suggerita dall’informazione – non sono mai stati il
terreno minato che ha letteralmente fatto saltare in aria la politica
europea di Merkel quanto la «solidarietà» promossa dalla Spd. Mentre
l’emergenza-profughi ha condizionato tutto e tutti, gonfiando i
fascio-populisti di Alternative für Deutschland fino alla storica
entrata in Parlamento (sull’onda del 10,2% raccolto alle urne che si
traduce in 22 deputati, esattamente quanti la Spd) e spaccando la
sinistra fra internazionalisti e sovranisti: domenica la Linke non è
riuscita a superare il 3,2% che pure rappresenta l’1,1% in più delle
scorse elezioni ma non basta a superare la soglia di sbarramento al
Parlamento.
Come annota Der Spiegel, i Verdi non si sono lasciati
ingabbiare dal problema e soprattutto «non hanno mai perso l’ottimismo».
Così «il “Possiamo farcela” scandito nel 2015 dalla cancelliera Angela
Merkel, agli elettori è apparso davvero possibile solo a loro. Del resto
si tratta di una sfida non meno epocale di quella sull’ambiente, che
certo non scoraggia i Grünen».
Per lo stesso motivo, nel segreto
dell’urna, sono riusciti a intercettare anche i delusi dalla Csu che non
hanno messo la croce su Afd (altro approdo del 10,6% di voti in fuga
cristiano-sociali). Probabilmente non credono alla «Baviera aperta e
cosmopolita» immaginata dai Verdi, ma si sono convinti a dare fiducia
all’unica credibile alternativa al modello del premier Csu Markus Söder.
Allo
stesso tempo i bavaresi si sono dimostrati più sensibili del previsto
al cambiamento climatico, “cavallo di battaglia” della coppia
Schulze-Hartmann. Non ha pesato solo il Dieselgate che coinvolge i
marchi locali ma anche questioni-chiave come la minaccia di estinzione
delle api che in altri tempi avrebbe fatto sorridere.
L’opposto
dell’idea di sviluppo della Csu ma anche il contrario dell’industria del
carbone difesa dalla Spd e ben distante dal liberismo “ambientale” di
Fdp, che domenica ha conquistato comunque il 5,1% dei voti (+2,6 dal
2013) ritagliandosi, dietro ai “Liberi elettori”, il ruolo di
interlocutore nelle consultazioni per il governo.
Ma l’ideologia
dei Verdi collima con la visione pratica, al punto che addosso a
Katharina Schulze la stampa ha già cucito l’abito di «pragmatica»: altra
caratteristica che una volta contraddistingueva la cancelliera. «Dare
coraggio invece di fare paura» è il suo leitmotiv, così lontano-così
vicino alla xenofobia di Seehofer e all’odio di Afd, affidato ai 38
deputati eletti.