il manifesto 11.10.18
Potere al popolo approva lo statuto
Sinistra.
Al voto online il 55% degli utenti attivi, ma pesa la rottura con
Rifondazione che aveva ritirato una proposta alternativa e adesso dice
di non riconoscere il risultato
di Adriana Pollice
Martedì alle 22 si sono chiuse le votazioni per lo statuto di Potere al popolo.
Si
trattava di scegliere tra lo statuto 1 – proposto dall’Ex Opg Je so’
pazzo ed Eurostop, appoggiato dai due terzi del coordinamento – e lo
statuto 2 – proposto da Rifondazione comunista e dal Partito del Sud, ma
ritirato dai dirigenti del Prc con una nota molto dura, che invitava a
«non partecipare a una consultazione per la quale mancano i requisiti
minimi di agibilità democratica». Dei poco più che 9.300 tesserati,
7.276 hanno attivato l’account per votare: tra sabato mattina e martedì
sera in 4.041 lo hanno poi fatto, cioè il 55,5% degli utenti attivi.
La
vittoria è andata allo statuto 1 con 3.332 preferenze; lo statuto 2 è
stato scelto da 358 iscritti. Sulla piattaforma era anche possibile
esprimere astensione o disapprovazione: 198 hanno disapprovato lo
statuto 1; 2.183 hanno disapprovato il 2.
Le mozioni contrapposte fotografano idee differenti del percorso che dovrebbe fare Pap.
Il
Prc vorrebbe un movimento che contiene realtà organizzate differenti,
con un loro peso individuale e una dirigenza che orienta le scelte in
base alla delega. L’Ex Opg ed Eurostop spingono per un soggetto politico
unitario e autonomo con una base che decide a maggioranza.
Lo
scontro è andato avanti per mesi, a settembre c’è stato un primo
strappo: l’Ex Opg sui social ha accusato la controparte di organizzare
«truppe cammellate» al voto.
Poi venerdì il ritiro dello statuto
da parte del Prc, la maggioranza del coordinamento l’ha messo ugualmente
in votazione: «È passato attraverso le assemblee territoriali che lo
hanno anche emendato. È stato proposto da Rifondazione ma non è una sua
proprietà».
La piattaforma utilizzata è gestita da un’azienda
tedesca, quaranta call center «militanti» da Nord a Sud della penisola
hanno supportato chi aveva difficoltà a utilizzare il sito.
Dall’Ex
Opg sono soddisfatti: «I 5S contano circa 100mila iscritti sulla
piattaforma online, al voto sul contratto di governo a metà maggio hanno
partecipato in 44.796, meno della metà. Podemos conta poco più di
507mila iscritti, alla votazione per la dirigenza a febbraio 2017 hanno
partecipato in 155mila. Se consideriamo che si tratta di meccanismi
relativamente nuovi, ci sembra che la risposta sia positiva e ci
autorizzi ad andare avanti. Dobbiamo partire con le campagne politiche
d’autunno».
La road map, stilata prima della rottura con il Prc,
prevede l’assemblea nazionale a Roma il 20 e 21 ottobre con ratifica del
voto e presentazione dei candidati al coordinamento nazionale e ai
ruoli di portavoce.
Lo statuto viene adottato in forma
sperimentale per essere poi sottoposto alla verifica degli aderenti e
delle assemblee territoriali a ottobre del 2019.
Dal Prc però
contestano il voto: «La maggioranza degli iscritti non ha partecipato,
lo statuto 1 rappresenta poco più di un terzo degli aventi diritto. Ora
che “il popolo” si è espresso, i prepotenti che hanno cercato lo
scontro, imponendo una conta assurda, impedendo una competizione
paritaria nella comunicazione, passando poi alle offese, avrebbero il
dovere di fare un gesto di umiltà e azzerare tutto. Per noi questo
statuto non è stato approvato. Chi andrà avanti non potrà dire di
rappresentare Potere al popolo».
La dirigenza del Prc è incalzata
da una parte del suo stesso partito: 200 dirigenti sabato scorso a
Firenze hanno sottoscritto un documento in cui chiedono di uscire da
Pap.
La divaricazione tra Ex Opg ed Eurostop da un lato e Prc da
un altro porterà alla rottura, il nodo sarà la modalità: Rifondazione,
infatti, potrebbe bloccare l’utilizzo del simbolo.