Il Fatto 8.18.18
“Il Vesuvio universale”, vivere e soffrire insieme al vulcano
Il ritratto di una terra che brulica di vita e non ha intenzione di arrendersi
“Il Vesuvio universale”, vivere e soffrire insieme al vulcano
di Furio Colombo
Mi
domando se Maria Pace Ottieri abbia sentito il respiro del Vesuvio in
ogni punto della immensa città cresciuta sul gigante in sonno, o se sia
stata per lei una provocazione e una attrazione inevitabile un libro di
suo padre, Ottiero Ottieri, che in Donnarumma all’assalto ha scritto la
storia, unica in Italia, dei pescatori delle pendici vesuviane che
diventano operai della Olivetti di Pozzuoli , al tempo in cui lo
scrittore lavorava nella fabbrica. Certo in questo suo nuovo libro – Il
Vesuvio universale, Einaudi – intorno al grande protagonista (il vulcano
che nessuno teme non perché sia morto, ma perché è vivo e continua a
trasmettere vita). Maria Pace Ottieri ispeziona, con mano attenta e
mosse precise, un immenso presepio di passato e futuro, di memoria e
predizione (se si sveglia il Vesuvio) di fiducia e di paura (dorme, ci
protegge, può esplodere subito), di radici inestricabili e di accenni
continui e impossibili alla fuga.
Scegliendo come tema il Vesuvio
universale (l’altra faccia del diluvio che ha inondato e cambiato il
mondo, crudele e salvifico come tutte le punizioni divine ) l’autrice ha
fatto una scelta che è allo stesso tempo letteraria e politica. I suoi
personaggi, benché presi dalla vita, benché cercati e trovati
arrampicandosi sul vulcano, hanno una nitidezza di immagine (li vedo
come figure filmate) e una ansiosa voce carica di esperienza e di
speranza che li identifica come personaggi di un grande romanzo di vita e
di morte, che per coltivano, proprio qui, con la vita, un legame
tenace, mentre il respiro possente del gigante che dorme trasmette
insieme la paura della memoria e l’euforia un po’ drogata del luogo
assurdo e impossibile che così tanti hanno scelto.
Al libro della
Ottieri risponde a distanza una sola trasmissione settimanale di una
radio italiana. I radicali tornano a porre la domanda allarmata e
perentoria: se il vulcano si sveglia chi fugge, come fugge? (Overshoot,
Radio Radicale da Napoli, tutte le domeniche).
Il libro di Maria
Pace Ottieri risponde dalla incredibile “location” con tante voce
intelligenti, consapevoli e ormai al di la dalla paura: “Noi ci siamo e
ci restiamo”.
La paura non detta è il Vesuvio. La festa che viene
celebrata è il Vesuvio. Il futuro è la grande nuvola che vediamo in
quadri e fotografie. Maria Pace Ottieri ci fa ascoltare voci che
sembrano di sopravvissuti. E con materiale di cronaca (intervista e
incontri) compone un grande racconto.