lunedì 8 ottobre 2018

Il Fatto 8.18.18
“Il Vesuvio universale”, vivere e soffrire insieme al vulcano
Il ritratto di una terra che brulica di vita e non ha intenzione di arrendersi
“Il Vesuvio universale”, vivere e soffrire insieme al vulcano
di Furio Colombo

Mi domando se Maria Pace Ottieri abbia sentito il respiro del Vesuvio in ogni punto della immensa città cresciuta sul gigante in sonno, o se sia stata per lei una provocazione e una attrazione inevitabile un libro di suo padre, Ottiero Ottieri, che in Donnarumma all’assalto ha scritto la storia, unica in Italia, dei pescatori delle pendici vesuviane che diventano operai della Olivetti di Pozzuoli , al tempo in cui lo scrittore lavorava nella fabbrica. Certo in questo suo nuovo libro – Il Vesuvio universale, Einaudi – intorno al grande protagonista (il vulcano che nessuno teme non perché sia morto, ma perché è vivo e continua a trasmettere vita). Maria Pace Ottieri ispeziona, con mano attenta e mosse precise, un immenso presepio di passato e futuro, di memoria e predizione (se si sveglia il Vesuvio) di fiducia e di paura (dorme, ci protegge, può esplodere subito), di radici inestricabili e di accenni continui e impossibili alla fuga.
Scegliendo come tema il Vesuvio universale (l’altra faccia del diluvio che ha inondato e cambiato il mondo, crudele e salvifico come tutte le punizioni divine ) l’autrice ha fatto una scelta che è allo stesso tempo letteraria e politica. I suoi personaggi, benché presi dalla vita, benché cercati e trovati arrampicandosi sul vulcano, hanno una nitidezza di immagine (li vedo come figure filmate) e una ansiosa voce carica di esperienza e di speranza che li identifica come personaggi di un grande romanzo di vita e di morte, che per coltivano, proprio qui, con la vita, un legame tenace, mentre il respiro possente del gigante che dorme trasmette insieme la paura della memoria e l’euforia un po’ drogata del luogo assurdo e impossibile che così tanti hanno scelto.
Al libro della Ottieri risponde a distanza una sola trasmissione settimanale di una radio italiana. I radicali tornano a porre la domanda allarmata e perentoria: se il vulcano si sveglia chi fugge, come fugge? (Overshoot, Radio Radicale da Napoli, tutte le domeniche).
Il libro di Maria Pace Ottieri risponde dalla incredibile “location” con tante voce intelligenti, consapevoli e ormai al di la dalla paura: “Noi ci siamo e ci restiamo”.
La paura non detta è il Vesuvio. La festa che viene celebrata è il Vesuvio. Il futuro è la grande nuvola che vediamo in quadri e fotografie. Maria Pace Ottieri ci fa ascoltare voci che sembrano di sopravvissuti. E con materiale di cronaca (intervista e incontri) compone un grande racconto.