Il Fatto 5.10.18
“Io rispetto la Costituzione più di altri”
Riace - Il sindaco Mimmo Lucano, ai domiciliari, ascoltato dai magistrati di Locri
“Io rispetto la Costituzione più di altri”
di Lucio Musolino
“Mi
stanno accusando di un reato di umanità. È tutto assurdo. La
Costituzione la rispetto più io che altri che si nascondono dietro le
regole. La Costituzione nasce dalla resistenza, dal rispetto degli
esseri umani. E questi esseri umani non hanno colore della pelle
diverso, sono tutti uguali”. Dopo l’interrogatorio di garanzia, durato
tre ore, il sindaco di Riace Mimmo Lucano ha gli occhi stanchi, provato
dopo due giorni ai domiciliari. Ma ieri mattina ha risposto a tutte le
domande dei magistrati che lo accusano di favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del
servizio di raccolta dei rifiuti.
Accompagnato dai suoi avvocati
Antonio Mazzone e Andrea Daqua, in Tribunale a Locri Mimmo “’u Curdu” ha
raccolto le forze e, punto su punto, ha replicato alle contestazioni
della Procura che, dal giorno del suo arresto, non sta facendo altro che
lamentarsi di quella parte dell’inchiesta, cassata dal gip, sulla
gestione dei fondi per l’accoglienza.
Lucano non ha mai intascato
un centesimo, dice il gip. Eppure il procuratore di Locri Luigi
D’Alessio lo vuole arrestare di nuovo per truffa ai danni dello Stato.
Lucano si difende e contrattacca. Non ci sta a passare per un
trafficante di uomini, per un sindaco con mani e piedi dentro quel
business dei migranti che per una vita ha combattuto, riuscendo a
dimostrare che l’accoglienza è un’opportunità anche per i piccoli Comuni
che rischiano di scomparire. Come è stato per due cooperative, iscritte
nell’albo comunale, e non in quello regionale previsto dalla normativa
(tra l’altro non operativo fino al 2016), e alle quali aveva affidato la
raccolta rifiuti senza gara. Un po’ come hanno fatto altri Comuni, a
partire da Reggio Calabria nel 2013 guidato dai commissari prefettizi.
Nel
capoluogo di provincia non è reato, ma a Riace si per la Procura di
Locri. “Ma come? – dice Lucano – In una zona assediata dalle ecomafie,
inquinamento dei mari, c’è una mafia che controlla il ciclo dei rifiuti,
io ho cercato di fare luce e devo pagare per questo? È assurdo. Nelle
cooperative lavoravano le persone più svantaggiate di Riace insieme ai
rifugiati”.
Tra le accuse anche i matrimoni fittizi tra residenti e
ragazze immigrate che, così, avrebbero ottenuto il permesso di
soggiorno. “Perché parlano di matrimoni combinati? – si sfoga Lucano –. È
stato solo un episodio ma non era combinato. Abbiamo fatto le
pubblicazioni, con tutte le procedure regolari. È una cosa assurda.
Anche gli inquirenti durante l’interrogatorio hanno parlato di reato di
umanità. Però, dicono, ci sono le regole”.
“Ma sono state regole
quelle dell’ex ministro Minniti che ha fatto accordi con i lager libici
dove morivano delle persone?”. Lucano è un fiume in piena: “Anche i
campi di concentramento, quando c’era Hitler, rispettavano le regole. A
queste persone vorrei chiedere se è giusto quello che è successo a Becky
Moses”. È la ragazza morta carbonizzata a gennaio nella baraccopoli di
Rosarno dove si era nascosta perché costretta a lasciare Riace dopo il
rifiuto dell’asilo politico: “Chi ha pagato per quello che le è
successo? Ciò che ho fatto – afferma ancora – è evitare che ci fossero
tante Becky. Salvare anche una sola persona dalla strada vale dire fare
il sindaco, dà significato a un’intera vita. Io non ho mai avuto un
tornaconto economico. Anche per quanto riguarda la fiction con Fiorello
io non ho chiesto alcun compenso”.