Il Fatto 5.10.18
Scrittori e giornalisti, il premio è l’ergastolo
La sentenza - Condanne a vita confermate per il tentato golpe ad Ahmet Altan e il fratello
di Roberta Zunini
La
data del 2 ottobre 2018 verrà tristemente ricordata dai turchi e da
tutti coloro che ritengono ancora la libertà di stampa una delle colonne
portanti della democrazia. Da quel giorno ben 6 giornalisti, tra cui
Ahmet Altan, suo fratello Mehmet, economista ed editorialista e la
veterana Nazlı Ilıcak, 75 anni, dovranno scontare il resto della loro
vita in carcere in seguito alla decisione della Corte d’appello del
Tribunale penale di Istanbul.
La sentenza è giunta al termine del
processo che li vedeva accusati di “attentato all’ordine
costituzionale”. Anche il giornalista Sükrü Tugrul Özsemgül, Fevzi
Yazıcı, esperto designer, e Yakup Simsek, art director, tutti
collaboratori del quotidiano Zaman (chiuso per ordine della
magistratura) dovranno scontare fino alla morte la “colpa” di aver fatto
il proprio mestiere e di non essersi lasciati intimidire dal pugno di
ferro del presidente Erdogan contro i media indipendenti. Ahmet Altan,
uno dei più noti scrittori e intellettuali a livello internazionale,
così come il fratello Mehmet Altan erano stati arrestati il 10 settembre
2016, Iliack e gli altri tre condannati erano finiti in carcere nella
prima retata del regime subito dopo lo sventato golpe del luglio 2016.
Secondo
i magistrati titolari dell’inchiesta soprannominata “la gamba mediatica
di FETO”, ovvero i media legati all’organizzazione del religioso
islamico e magnate Fhetullah Gulen (mentore di Erdogan nei primi anni
della sua scalata al potere) in esilio da anni negli Stati Uniti, i
giornalisti condannati avrebbero inviato agli spettatori messaggi
subliminali durante una trasmissione televisiva la vigilia del fallito
golpe “per prepararli e per minacciare il presidente Erdogan”.
Gli avvocati dei condannati ora si rivolgeranno alla Corte Suprema d’appello.
Ahmet
Altan dalla prigione ha scritto alcuni saggi tra cui l’ultimo
pubblicato anche in Italia intitolato Non vedrò mai più il mondo. Fin
dal loro arresto molti intellettuali tra cui Noam Chomsky, Oran Pamuk,
Arhundati Roy, Julian Barnes, hanno scritto un appello alle autorità
turche affinché venissero liberati. La risposta è stata la peggiore
possibile.
C’è un altro giornalista che rischia l’ergastolo
qualora venisse estradato in Turchia dalla Germania dove si è trasferito
due anni e mezzo fa. È Can Dundar, l’ex direttore di Chumuriyet già
condannato a cinque anni di carcere per aver provato il trasferimento di
armi turche ai ribelli siriani. Dundar, che ha già scontato sei mesi di
carcerazione preventiva, mentre era in attesa del verdetto all’esterno
del tribunale era stato assalito da un uomo armato che gli aveva sparato
dopo averlo accusato di essere un “traditore”. Sempre il 2 ottobre,
l’assalitore, Murat Sahin, è stato condannato a 10 mesi di prigione “per
detenzione di arma senza licenza” ma è stato assolto per la sparatoria.
Dundar ha definito la sentenza “un incoraggiamento agli attacchi contro
i giornalisti”.